I colli di Roma non sono 7 ma molti di più
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Uno degli edifici religiosi più antichi della Capitale è famoso per la presenza di una statua venerata, secondo una leggenda, per le grazie elargite e spostata nel periodo natalizio dalla sua collocazione originaria.
Nella Capitale esiste una chiesa a cui è legata un’antica tradizione. Nel luogo dove sorge, Augusto avrebbe avuto la visione di una giovane donna con un bambino in braccio che gli preannunciava che questo era l’Altare del Figlio di Dio. L’imperatore avrebbe così deciso di innalzare qua un piccolo altare, la sede originaria dell’edificio oggi visibile e tanto caro ai romani. Dalla fine del XIV secolo la chiesa ospita una statuetta lignea che raffigura il Bambino Gesù, chiamato dai capitolini “Er Bambinello”, dispensatore di miracoli.
La scultura è stata intagliata da un frate francescano nel legno d’ulivo proveniente dal Getsemani. Nel periodo natalizio è trasferito nel presepe allestito in una cappella della navata sinistra mentre nel resto dell’anno è conservata in una custodia di vetro posta sull’altare di una piccola cappella accanto alla sacrestia. Quella che vediamo è una copia dato che è stata rubata nel 1994 e mai più ritrovata. Resta l’usanza di riempire i contenitori posti di fianco con lettere di richiesta di miracoli.
Molti sono i malati che, ancora oggi, chiedono ai padri francescani di poter vedere e toccare il Bambinello, e allora ecco che la statuetta lascia la sua cappellina per andare in visita a chi ne ha bisogno. La chiesa in questione è la Basilica di Santa Maria in Aracoeli, talmente densa di significati da essere considerata la chiesa del popolo romano e delle sue istituzioni civiche, in contrapposizione con la Basilica di San Pietro in Vaticano e la Cattedrale di San Giovanni in Laterano legano l’Urbe all’apostolo Pietro ai suoi successori.
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