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A Roma, l'arte incontra i campetti da basket

foto di: Immagini prese dal web

La riqualificazione di questo campetto da basket, ormai degradato, risale a qualche mese fa e oggi è il fiore all’occhiello di un intero quartiere. Di cosa stiamo parlando? Chi è l’autore?

L’arte che fa canestro

È stato per mesi il ritrovo estivo di numerose comitive di giovani, diventando presto motivo di vanto per un intero quartiere. Completo di chioschetti, ingegnosi divani in pallet e sedute ricavate da vecchi copertoni, è stato persino un appuntamento fisso, per la movida del sabato sera. Tanto più, con l’aggiunta dei biliardini. Stiamo parlando del campetto da basket, in via dello Scalo San Lorenzo, per una stagione sulla bocca di tutti col nome: Playground. Per intenderci, quello spazio sotto il cavalcavia della trafficata e rumorosa Tangenziale est. Da marzo, protagonista di un’opera di riqualificazione, portata a compimento grazie all’intervento dello street artist, Francesco PISKV Persichella, contattato dalla Red Bull. L’obiettivo, spiega l’artista, era quello di rimettere in sesto un campo da poter adibire alle partite del Red Half Court. Così nasce l’idea, come appendice di uno scopo più ampio, in altre parole, ovvero la possibilità di utilizzarlo per il celebre torneo internazionale di basket dei contesti urbani. Eppure, lo sviluppo del disegno non tarda a mostrarsi come qualcosa di esistente a sé, una vera e propria opera d’arte, al di là dell’effettivo uso del campo, per il torneo.

(Fonte immagine: Roma – la Repubblica)

Da cosa prende spunto PISKV

Da subito Francesco si rende, infatti, conto che la forma di quello spazio ricorda tanto un famosissimo monumento romano: l’imponente Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo. Bombolette, misure, pazienza e planimetria dell’antica arena romana alla mano, l’artista si accinge quindi a combattere l’anonimato e la degradazione di quel posto, fino a quel momento – di fatto – abbandonato, mixando sport e arte, passato e futuro. Infine, trasformando quel pezzo di cemento asettico in un quadro. Il giocatore da basket ritratto sembra allora un leone, in quell’arena, nell’intento di schiacciare la palla verso il canestro e di sconfiggere il suo immaginario avversario. La forza del salto, realizzato con precisione entro il perimetro del Colosseo, è resa talmente bene da sembrare reale. E tutte le geometrie, i colori accesi e le sfumature fanno da contraltare al grigiore del ferro e dell’asfalto del cavalcavia. Ancora una volta, Roma appare più vivace che mai. In particolare, la sua bella San Lorenzo, zona universitaria per antonomasia.

( Fonte immagine: https://www.piskv.com/ )

Quando l’arte incontra lo sport

Non solo opera di restauro urbano, questo splendido murales ha rappresentato inoltre, per l’artista, una fervida occasione di confronto e di condivisione. Francesco non manca, infatti, di sottolineare quanto il progetto sia diventato coinvolgente per la gente di quel quartiere. Nello specifico, per i ragazzi che già frequentavano il playground quotidianamente. Una volta riprodotte sul terreno le linee di quello che, al pc, pareva solo un abbozzo grafico, spiega lo street artist, i giovani (aspiranti cestiti o meno), l’hanno aiutato a dipingere il tutto. Insomma, come in un vero gioco di squadra – è il caso di dirlo – l’autore del murales ha potuto contare su numerosi compagni di partita, per il suo progetto. La vittoria finale è un dipinto unico, non replicabile, che assume le vesti di un terzo tempo a canestro da tre punti, aggiungendosi alla storia di questa zona, sempre piuttosto provata, come sua ennesima dimostrazione di resistenza. Niente più bottiglie e rifiuti, in questo angolo di San Lorenzo.