Detti Romani “Accosta er pane ar dente che la fame s’arisente”, un modo tutto romano di stimolare la fame
Conosci quest’espressione? Ci ricorda che spesso l’appetito arriva dopo aver iniziato a mangiare. Che un boccone tira l’altro, perché l’appetito vien mangiando.
Cosa ci spinge a non avere fame, non sempre il piatto resta vuoto
Capita a volte di non sentire il desiderio di mangiare, vuoi perché afflitti da qualche pensiero che ci tormenta, vuoi perché siamo sazi dal giorno prima, vuoi per la prova costume che ci avvicina data la primavera che è iniziata, con le temperature che lentamente risalgono e ci fanno capire che la bella stagione sta per arrivare. Tenersi in forma è sacrosanto ma anche non sentirsi in colpa se ci troviamo di fronte un piatto, perchè no della tradizione capitolina, da gustare senza esitazioni.
La saggezza popolare in un’espressione in romanesco sull’appetito
“Accosta er pane ar dente che la fame s’arisente” è il saggio consiglio del popolo romano quando ci dobbiamo fare coraggio nel cominciare un pasto. D’altronde si sa, un boccone tira l’altro e l’appetito viene mangiando, per cui il passo più difficile è quello di dare il primo morso o forchettata al cibo che stiamo per ingerire. Un’operazione che risulta più semplice se ci troviamo in buona compagnia e nel frattempo conversiamo con chi abbiamo di fronte, quasi dimenticandoci del perché avevamo atteso qualche minuto prima di dare inizio alle danze.
Non diamo niente per scontato, il cibo è un privilegio
In un momento storico particolare, in cui i problemi economici e i conflitti in più parti del Mondo rendono non scontato avere il privilegio di potersi alimentare ogni giorno, rifiutare un pasto diventa quasi un’offesa nei confronti di chi è meno fortunato di noi. La libertà di decidere quanto e cosa mangiare è legittima e da tutelare ma non dovremmo dimenticarci che non tutti hanno la possibilità di scegliere, con l’appetito che non sempre può essere saziato mangiando.