Al MACRO la mostra "Post Scriptum - Un museo dimenticato a memoria" | Roma.Com

Al MACRO la mostra “Post Scriptum – Un museo dimenticato a memoria”

Il museo ospita una mostra, diffusa in tutta la sua architettura con opere di oltre 30 artisti italiani e internazionali, con una ricchezza di linguaggi che si interrogano sulla contemporaneità.

Le informazioni generali di una mostra che chiude un ciclo di cinque anni

“Post Scriptum. Un museo dimenticato a memoria” è una mostra che è visitabile fino al 16 febbraio 2025 al Museo di Arte Contemporanea, a cura di Luca Pinto. Il biglietto ha un costo di 6 euro, con ingresso gratuito il martedì. Il titolo del percorso espositivo deriva da un’espressione coniata alla fine degli anni Sessanta dal pittore e scrittore Vincenzo Agnetti, per suggerire l’approccio agli esiti di un progetto che in cinque anni ha portato l’istituzione museale a interrogarsi sulla propria identità, le proprie modalità di produzione e relazione con gli artisti e il pubblico.

Oltre 30 artisti protagonisti di una mostra che è diffusa in tutto il museo

Il museo si riflette in una mostra, diffusa in tutta la sua architettura, in una superficie di oltre 10.000 metri quadri. Le opere sono quelle di oltre 30 artisti italiani e internazionali, tra cui quelle prodotte per l’occasione di Tolia Astakhishvili, Maurizio Altieri, Beatrice Bonino, Francesca Cefis e Lorenzo Silvestri. Tra le altre opere esposte quelle di artisti storicizzati, come Luciano Fabro, Isa Genzken, Simone Forti, e di alcune delle voci più affermate della giovane scena artistica come Issy Wood, con l’intento di dare voce anche a figure meno note al grande pubblico.

Un’innovativa programmazione quella del MACRO, iniziata durante la pandemia

“Post Scriptum. Un museo dimenticato a memoria” è una mostra speculare a “Editoriale”, la collettiva diffusa in tutto il museo con cui nel 2020 si era aperta la programmazione dichiarandone gli intenti e le direzioni. Seguendo la metafora di un magazine, il progetto si è sviluppato per cinque anni con l’impianto editoriale di otto sezioni tematiche corrispondenti alle diverse sale del museo.

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