Sanremo sta per iniziare e gli artisti romani puntano alla vittoria
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Se dovessimo fare un paragone, la storia di Castore e Polluce potrebbe dirsi quella di una rifondazione di Roma. Infatti la leggenda vuole che i due gemelli greci, protettori dei cavalieri romani, aiutarono l’esercito della Capitale in una delle più cruente e feroci battaglie della prima storia repubblicana.
Anche detti Dioscuri, parola che deriva dal greco Diòs Kouroi ovvero figli di Zeus, Castore e Polluce sono due gemelli greci, precisamente di Sparta molto famosi e venerati a Roma. C’avete presente quelle tre colonne ner Foro, che spunteno maestose? Beh ecco, facevano parte der tempio dei Dioscuri. Questo edificio sacro, fu costruito nel V secolo a. C. come ex voto del generale Aulo Postumio Albo, che comandava le truppe romane nella cruenta battaglia del Lago Regillo. Questo specchio d’acqua di origine vulcanica, situato nella zona di Tuscolo e ad oggi prosciugato, fu lo scenario di una delle più feroci battaglie di Roma contro la Lega Latina, che voleva restaurare a Roma la monarchia e l’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo. I romani nonostante la grande armata a disposizione, dovevano fronteggiarne una grande il doppio. Il 15 luglio del 499 a. C., giorno della battaglia, l’esercito dell’Urbe stava per soccombere. A quel punto Aulo Postumio Albo, invocò l’aiuto dei due gemelli greci e così comparvero sul campo di battaglia due uomini più grandi rispetto agli altri, che buttatisi nella mischia infusero nuovo coraggio ai soldati e li aiutarono a ribaltare le sorti della battaglia.
I due gemelli greci, eroi anche nella storia romana, avevano origine greca e chiaramente divina. ‘Nfatti erano er frutto dell’ennesima scappatella de Zeus co’ Leda, moglie di Tindaro, Re di Sparta. I due facevano parte di una famiglia che si distinse molto nell’antichità, poiché erano fratelli nientepopodimenoche di Elena, la bellissima donna rapita da Paride e che fu il motivo scatenante della guerra di Troia. La loro vita non fu per niente tranquilla ed essendo Castore e Polluce valenti guerrieri accompagnarono Giasone nella spedizione nella Colchide, regione della Grecia, per recuperare il famoso vello d’oro. Durante la loro vita ricevettero come ricompensa per la loro audacia e per il loro coraggio dal proprio padre Zeus l’immortalità, per aver evitato il rapimento di Elena da parte di Teseo. La loro morte arrivò però a causa dell’amore e di una battaglia causata da questo sentimento. I due gemelli infatti si erano innamorati di due ragazze, Febe e Ilaria, già promesse spose però di altri due eroi. Tentar non nuoce, pensarono i fratelli e rapirono le due fanciulle. Inseguiti dai loro promessi sposi, in uno scontro Linceo, uno dei cornuti, pe’ capisse, riuscì ad uccidere Castore. Polluce fece valere le sue doti di abile lottatore e vendicò immediatamente la morte del fratello. Addolorato per la scomparsa del suo gemello Polluce chiese a Zeus di dare la morte anche a lui, così da ricongiungersi insieme a Castore. Zeus impietosito dalla richiesta gli concesse di trascorrere metà tempo della sua mortalità negli inferi insieme a suo fratello e l’altra metà in cielo. La costellazione dei Gemelli che nelle notti vediamo nel cielo sta a ricordare proprio i due fratelli che nelle raffigurazioni sono rappresentati sempre con un cavallo. Da Poseidone inoltre avevano ricevuto anche il potere di dominare il vento e il mare.
Nell’antica Roma, la festa per ricordare i Dioscuri cadeva proprio il 15 luglio, data in cui Castore e Polluce si dice abbiano aiutato Roma in guerra. In questo giorno estivo tutti i cavalieri romani, che veneravano i gemelli come loro protettori, mettevano in scena una fastosa processione chiamata Transvertio Equitum che partiva dal Tempio di Marte per arrivare proprio qui, al centro del Foro, dov’era l’edificio dedicato ai due divini gemelli che salvarono Roma.
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