Mario Monicelli, il maestro della commedia italiana
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Oggi moriva Alberto Sordi, uno dei massimi esponenti della romanità, del cinema e della comicità. Quante cose sai sulla sua vita?
Diciannove anni fa moriva a Roma Alberto Sordi. Era il 24 febbraio del 2019. Doppiatore, regista e sceneggiatore l’attore romano ha cambiato le sorti del cinema italiano. In particolare, del modo d’intendere la comicità. L’ha fatto con oltre duecento pellicole, sette David di Donatello, quattro Nastri d’Argento e un Leone d’Oro. Ma quante cose sai su questo personaggio simbolo di Roma? Ecco cinque curiosità che forse non conosci su questo magistrale interprete della commedia all’italiana.
Nella città di Valmontone, Alberto Sordi frequenta la scuola elementare Armando Diaz. È qui che si improvvisa burattinaio. Le marionette, vestite con gli scarti dei pantaloni dei suoi compagni, gli servono a realizzare i suoi primi piccoli teatrini per i bambini delle altre classi. Nella sua comitiva, ogni suo amico, poi, ha un nomignolo diverso. C’è Er Capoccione, Lilletto, Peppino Er Sordo e così via. Insomma, già giovanissimo Alberto Sordi mostra a tutti la sua capacità d’attore.
In ambito cinematografico Alberto Sordi è stato anche doppiatore, prestando la sua voce a molti attori. Tra i più importanti troviamo Oliver Hardy (della coppia Stanlio e Olio), Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Franco Fabrizi, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica.
La comicità colorava tutto ciò che faceva, andando al di là del grande schermo. Così, Alberto Sordi portava le sue battute e la sua satira anche in radio. Nel 1946, ispirato dai comparti dell’Azione Cattolica, mise su un programma radiofonico dal titolo I compagnucci della parrocchietta. I personaggi che imitava erano caratterizzati allora da voce nasale e classica morale ferrea da “brava persona”.
Alberto Sordi non si sposò mai. Ebbe però grandissimi amori e arrivò persino vicino alle fatidiche nozze. Tuttavia, a data stabilita, chiese al suo amico Bettanini di riferire alla famiglia di Uta Franzmeyer, l’allora compagna, che non potevano più sposarsi perché gli impegni erano troppi. Celebre era poi la sua battuta: “non mi sposo perché non mi piace avere gente estranea in casa!“.
Molte volte, nel corso degli anni, Alberto Sordi fu dipinto come una uomo avaro. Il pettegolezzo, però, fu presto smentito da chi gli era vicino. L’attore era tutt’altro che tirchio. In un’intervista persino lui chiarì le male chiacchiere: “sa perché dicono che sono avaro? Perché i soldi non li sbatto in faccia alla gente, come fanno certi miei colleghi“. La bontà di Sordi era silenziosa: “faceva beneficenza senza dirlo a nessuno“, diceva Carlo Verdone. Una volta regalò un terreno, dal valore di circa 10 miliardi di lire, per la creazione di un centro per la salute degli anziani a Trigoria. D’altra parte, Alberto Sordi sapeva cosa significava non avere nulla. La famiglia in cui era nato era di umilissime origini e lui s’era fatto da solo, con dedizione e volontà.
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