"Estetica della deformazione", la mostra che celebra l'espressionismo italiano | Roma.Com

“Estetica della deformazione”, la mostra che celebra l’espressionismo italiano

In mostra alla Galleria d’Arte Moderna circa 130 opere per ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare attenzione ai gruppi attivi nella Capitale. Andrai a vederla?

L’espressionismo italiano è celebrato con la mostra alla Galleria d’Arte Moderna

L’espressionismo italiano degli anni ’20-’40 è stato tra le stagioni più originali dell’arte italiana della prima metà del secolo scorso ed è protagonista della mostra L’estetica della deformazione, ospitata Galleria d’Arte Moderna e ideata in vista della celebrazione del centenario della stessa Galleria, visitabile fino al 2 febbraio 2025, dalle ore 10 alle 19, con lunedì come giorno di chiusura. Un linguaggio antiaccademico, con il mondo interiore in primo piano, colori antinaturalistici e forme devianti rispetto al tradizionale canone di bellezza, esternando tramite il filtro soggettivo ciò che è percepito dai sensi.

Tanto materiale mai esposto a Roma, ecco da dove proviene

Su questa base ecco che i ritratti non tendono più verso l’esattezza fotografica, che sul paesaggio si deposita uno sguardo inquieto e la città diventa scenario di visioni allucinate e oniriche, mentre gli oggetti delle nature morte sembrano metafore enigmatiche. Ad impreziosire il percorso espositivo sono le opere che provengono da altre collezioni romane come la casa museo Alberto Moravia e i Musei di Villa Torlonia, e quelle provenienti dalla Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, mai esposta nella Capitale.

Roma, Milano e Torino sono stati i tre centri nevralgici dell’espressionismo italiano

La mostra si dedica a tre città. La prima è ovviamente Roma, con la scuola di via Cavour che risente dell’espressionismo francese e si caratterizza per la peculiarità del tonalismo, con una pittura visionaria, animata da colori accesi che risentono dell’ammirazione nei confronti di Goya e Chagall. Si passa poi al gruppo dei Sei di Torino, con una pittura d’ispirazione francofona, ispirata dalle ricerche impressioniste d’oltralpe. Il percorso si conclude con il gruppo Corrente, protagonista dal 1938, a Milano, di un vigoroso e appassionato espressionismo lirico, con una pittura inquieta, capace di parlare alla gente di cose vive.

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