Lo “stai a guarda er capello”, il detto che nasce nelle osterie
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L’espressione in romanesco descrive il comportamento di chi esce da un locale senza avere adempiuto al pagamento di quanto ha consumato.
Ci sono bravate che devono essere evitate, avvenute per divertimento o per scommessa. In alcuni casi la scelta di comportarsi in questo modo avviene dopo un trattamento irrispettoso e un costo ritenuto eccessivo rispetto a quanto si è mangiato. Possono anche capitare appuntamenti a due dove la presunta coppia finisce per litigare e per non trovarsi a proprio agio, con uno dei due che scappa all’improvviso, lasciando l’altro da solo e costretto ad andare alla cassa e sborsare una cifra cospicua.
In una scena de I liceali, film d’esordio di Leonardo Pieraccioni, il comico toscano e i suoi compagni di avventura si accordano con il titolare di un ristorante: chi perde la corsa paga il conto per tutti. Arrivati, però, in fondo alla discesa, i protagonisti fuggono, imbrogliando così il gestore del locale che si trova, quindi, a non potere riscuotere quanto è stato consumato dagli artefici di uno scherzo che suscita le risate di chi guarda la commedia.
Un episodio del genere può accadere anche nella vita di tutti i giorni, motivo per cui, i ristoratori chiedono spesso un numero di telefono, soprattutto in caso di prenotazioni, onde evitare di restare sorpresi dal comportamento scorretto del cliente. Quando qualcuno se ne va senza pagare il conto, a Roma, si dice che fa’ er vento, un’espressione che paragona la sua fuga al passaggio improvviso di un soffio che ci attraversa e poi ci lascia. I locali vogliono prevenire e delle rassicurazioni, con un controllo capillare dei movimenti di chi si siede a tavola.
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