La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi, tra le più antiche di Roma | Roma.Com
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La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi, tra le più antiche di Roma

Nel centrale rione Ponte, l’edificio ha origini antiche ma è stato completamente ristrutturato dal Bramante, con diversi restauri successivi e ha assunto il titolo di basilica minore.

La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi e la sua storia

La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi si trova in via del Banco di Santo Spirito, molto antica e ampliata nel IX secolo, è stata dichiarata cappella papale dal pontefice Innocenzo III nel 1198.  Ha subito delle ristrutturazioni rilevanti ed è divenuta basilica minore. All’inizio del ‘700 papa Clemente XII ha deciso di fare ricostruire l’edificio secondo il progetto di Carlo de Dominicis. Dal 2019 è gestita dall’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, che vi celebra ogni giorno la Messa in rito romano antico, anche nei giorni festivi.

La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi e la sua pianta e facciata

Costruita a pianta ellittica con tre cappelle per lato, la chiesa presenta un presbiterio rettangolare con cupolini. La facciata marmorea, di gusto borrominiano, è a due ordini, con una grande finestra ad arco decorata con teste di cherubini in quello superiore. La torre campanaria e le torrette decorative sul tetto hanno una caratteristica forma a cipolla, tipica del barocco austriaco. La campana principale, datata 1268, è una delle più antiche della città.

La Chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi e la sua struttura interna

L’interno della basilica, considerato tra i migliori esempi di arte settecentesca a Roma, conserva all’altare maggiore una pala raffigurante Cristo in Gloria. Nella prima cappella, a destra dell’ingresso, si trova l’unico altare superstite dell’edificio preesistente, con reliquie di Sant’Artemia, Papa Cornelio e Santa Gianuaria mentre quella alla sinistra dell’altare maggiore è scrigno artistico e di devozione mariana con la copia di una raffigurazione del XIII secolo che è ancora oggi ritenuta miracolosa dal Popolo romano e oggetto di venerazione.

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