La Fontana del Peschiera, una “giovane” vasca della città | Roma.Com
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La Fontana del Peschiera, una “giovane” vasca della città

Fontana del Peschiera

La Fontana del Peschiera, in Piazzale degli Eroi, celebra l’arrivo a Roma delle acque dell’acquedotto omonimo. Inaugurata nel 1949, è una delle mostre d’acqua più recenti della città, con giochi scenografici e un grande zampillo centrale.

Una maestosa opera di Raffaele De Vico

Inaugurata nel 1949 in piazzale degli Eroi, la Fontana del Peschiera segna il punto in cui l’omonimo acquedotto moderno, scavato nell’Alta Sabina, arriva finalmente a Roma. Il progetto fu affidato all’ingegnere Raffaele De Vico, che disegnò una quinta monumentale in travertino capace di celebrare l’impresa idraulica più ambiziosa dell’Italia del dopoguerra: 130 chilometri di gallerie scavate nella roccia per garantire alla Capitale acqua purissima a gravità naturale.

L’assetto scenografico richiama volutamente le grandi mostre d’acqua barocche, ma con linee razionaliste che dialogano con le architetture di via Baldo degli Ubaldi e della vicina Città del Vaticano.

La struttura, due ordini sovrapposti

Il prospetto principale è composto da due ordini sovrapposti. In alto un bassorilievo raffigura personificazioni dei fiumi Velino e Nera, tributari reali del sistema Peschiera, che offrono le proprie acque a Roma, richiamata dallo stemma con la Lupa capitolina. Sotto, cinque grandi cannelle riversano fino a 5.000 litri al secondo in una vasca semicircolare bordata di travertino, prima tappa di una canalizzazione che alimenta fontanelle, impianti pubblici e il laghetto di Villa Borghese.

L’effetto complessivo, specialmente di notte quando l’illuminazione radente ne esalta i volumi, trasforma la fontana in un palcoscenico d’acqua e luce visibile anche dalla vicina via Aurelia.

Una fontana “viva”

Oltre al valore artistico, la Fontana del Peschiera svolge ancora oggi un ruolo tecnico: attraverso un sistema di sfioro e di misurazione portate, consente di monitorare la pressione dell’acquedotto e di disperdere eventuali picchi senza gravare sulla rete urbana. Per questo i romani la considerano una “fontana viva”, simbolo di efficienza pubblica oltre che di bellezza civica.

Se vi trovate in zona Prati, fate una sosta: sedersi sul muretto in travertino, con il brusio costante dell’acqua di sorgente e il profilo del Cupolone sullo sfondo, offre un raro incontro tra modernità ingegneristica e suggestione barocca, tutto in poco più di un sorso d’acqua.

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