La Fontana del Peschiera, una “giovane” vasca della città
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Il complesso del Portico d’Ottavia è l’unico conservato dei grandi portici che limitavano, la piazza del Circo Flaminio. Ecco cosa ne resta oggi.
Il complesso del Portico d’Ottavia è l’unico conservato dei grandi portici che limitavano la piazza del Circo Flaminio, l’area che corrisponde all’antico Ghetto, ricostruito durante l’impero di Augusto e dedicato alla sorella Ottavia. Il restauro è avvenuto sotto Settimio Severo, dopo un incendio e a quel periodo appartengono in maggioranza i resti che oggi sono visibili. Includeva il più antico tempio di Giunone Regina, quello di Giove Statore, il primo a Roma del tutto di marmo, due biblioteche, greca e latina, e la Curia Octaviae, un grande ambiente adibito alle riunioni pubbliche.
Il suo interno era una sorta di museo a cielo aperto, con una serie di opere d’arte. In epoca medievale i suoi spazi sono stati utilizzati per la vendita del pesce e ciò è continuato sino al termine dell’800. Dalle strutture del portico e dai monumenti adiacenti si sono ricavati gli ambienti della chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, che hanno inglobato una delle colonne posteriori e parte del timpano. Il portico si presenta come un ingresso monumentale con prospetto su quattro colonne di ordine corinzio tra pilastri.
Il Complesso del Portico d’Ottavia è la prima tappa di Monumenti Sonori, il progetto di Roma Capitale, facente parte dell’iniziativa Roma Smart Tourism, che tramite una serie di percorsi acustici all’aria aperta, permette di creare un itinerario che consente la visita di sei tra i più suggestivi luoghi della città. Il portico rappresenta uno dei tanti segni di un passato glorioso che rende affascinante il viaggio nel centro della Capitale, con un dialogo continuo con i secoli precedenti.
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