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Hai mai visto la fontana dell’Acqua Felice? È tra le più importanti di Roma, nonostante la sua storia recente. È allo stesso tempo tra le più belle visti i molti riferimenti religiosi e i materiali di recupero che attingono all’Impero.
La fontana dell’Acqua Felice è tra le più importanti di Roma. Si chiama così in onore del nome di battesimo di papa Sisto V che ideò il ripristino di un antico acquedotto per rifornire d’acqua il Viminale e il Quirinale. I lavori ebbero inizio nel 1585 e progettata da Giovanni Fontana, con quattro colonne ioniche in corrispondenza di quattroleoni stilizzati all’egiziana che gettano acqua dalla bocca in tre vasche rettangolari. L’architrave ospita l’attico sormontato da un’edicola che contiene lo stemma papale, a sua volta sorretto da due angeli e affiancato da due piccoli obelischi e con una balaustra in travertino a proteggere le vasche.
Il travertino proviene dalle vicine terme di Diocleziano, mentre i leoni, due di porfido e due di marmo chiaro, provenivano dal Pantheon e dall’ingresso centrale della basilica di San Giovanni in Laterano. Oggi sono visibili, però, solamente delle copie. I leoni originali sono stati trasferiti nei musei Vaticani durante il pontificato di Gregorio XVI nella prima metà dell’800 per evitare possibili danneggiamenti.
Nella nicchia centrale è raffigurato Mosè che indica le acque che fuoriescono dalla roccia ma la sua imperfezione l’ha resa oggetta di critiche, anche ironiche, da parte dei romani nel corso dei secoli al punto da definirlo come il Mosè ridicolo. Nelle nicchie laterali ci sono due altorilievi, raffiguranti episodi biblici connessi con l’acqua che presentano, anche in questo caso, delle inesattezze e degli errori anche dal punto di vista realizzativo.
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