La Fontana di Trevi ha un asse di coppe, tutta colpa di un barbiere | Roma.Com
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La Fontana di Trevi ha un asse di coppe, tutta colpa di un barbiere

Un elemento decorativo di uno dei monumenti più amati e visitati della Capitale ha la sua origine da una provocazione dell’artista Nicola Salvi, ecco il curioso aneddoto. E tu lo sapevi?

La fontana di Trevi e la tradizione del lancio della monetina

La fontana di Trevi è stata costruita da Nicola Salvi a partire dal 1732. A renderla celebre in tutto il mondo, oltre alla bellezza architettonica che la caratterizza è la tradizione legata al lancio della monetina al suo interno, un rito scaramantico che propizierebbe, una volta gettata a occhi chiusi e voltandole le spalle, a un futuro ritorno nella Città Eterna.

Le sue origini derivano dall’antica usanza di gettare nelle fonti sacre piccoli doni per propiziarsi le divinità e la sua introduzione nella fontana in questione è attribuita all’archeologo tedesco Wolfgang Helbig che soggiornò a lungo a Roma a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

La presenza di una scultura insolita sul lato destro

Ma una delle storie più suggestive e singolari legate alla fontana di Trevi riguarda la scultura che è posta ai lati e conosciuta come Asso di coppe per la sua somiglianza con il soggetto di tale carta da gioco che ha come protagonista un barbiere e si tratta di un elemento che pare slegato rispetto alle decorazioni scelte per ornarla, da scogliere a soggetti rustici.

Durante i lavori, gli abitanti della zona, i commercianti e gli artigiani erano soliti guardarli con curiosità, dicendo talvolta la loro sul progetto.

La storia che spiegherebbe il perché è stata realizzata

Tra questi vi era un barbiere che aveva la propria bottega al pian terreno del Palazzo Castellani, nel lato alla destra della fontana e che aveva più volte criticato l’operato dell’artista. A un certo punto Salvi ha deciso di realizzare un grosso vaso scolpito proprio di fronte alla bottega del barbiere, impedendogli così la vista sulla fontana, in modo che così non avesse più da ridire sui lavori.

Non esistono notizie certe rispetto alla veridicità di questa storia che spiegherebbe la presenza di questa scultura. Ciò che è certo è, però, che l’opera dell’architetto romano è riconosciuta in tutto il mondo come un autentico capolavoro dell’arte, anche senza l’approvazione del barbiere.

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