“L’acqua der Tevere nun lava l’onta”, la dimostrazione di quanto è difficile dimenticare il passato | Roma.Com
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“L’acqua der Tevere nun lava l’onta”, la dimostrazione di quanto è difficile dimenticare il passato

Questo detto romano ricorda che alcune offese o vergogne non possono essere dimenticate, nemmeno dal passare del tempo. Una riflessione sulla difficoltà di cancellare il passato.

Una perla di saggezza tutta romana

Tra le tante perle de saggezza romana, ce n’è una che racchiude tutto er peso dell’orgoglio e dell’onore ferito: “L’acqua der Tevere nun lava l’onta”. Detta così, in dialetto, suona ancora più potente.

Er significato? Chiaro e secco: certe offese, certe umiliazioni, so’ talmente pesanti che manco er fiume sacro de Roma — quello che ha visto duemila anni de storia — riesce a cancellalle. L’onta resta, nun se scorda, e soprattutto, nun se perdona.

Molto di più per purificarsi, altro che il Tevere

Er Tevere, che da sempre rappresenta Roma e la sua eternità, diventa simbolo de purificazione. Ma qui no, nun basta. Ce vole molto de più pe’ lavà certe ferite. ‘Sta frase se usa spesso quanno uno se sente tradito, offeso, mancato de rispetto.

È come dì: “m’hai fatto na cosa talmente grossa che manco se me ce butto ar fiume me passa”. È ‘na sentenza, ‘na chiusura, ‘na dichiarazione de guerra fredda.

Un detto dai toni teatrali

Oggi, se dice pure con tono teatrale, a metà tra er serio e l’ironico, come sanno fa solo i romani. Ma sotto c’è sempre quella fierezza, quella dignità profonda che nun vole esse calpestata. “L’acqua der Tevere nun lava l’onta” è ‘na frase che racconta Roma: diretta, orgogliosa, passionale. E, diciamolo, pure un po’ permalosa.

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