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Siamo sempre stati abituati a pensare che un anno ha inizio solamente a partire dal primo gennaio. C’era un tempo però in cui l’anno iniziava molto dopo, ovvero il primo marzo. Ma perché proprio a marzo?
È appena iniziato marzo, il mese in cui il freddo dell’inverno se ne va per lasciare spazio alla primavera. Le filastrocche lo considerano come il mese più pazzo dell’anno, durante il quale le temperature e il clima cambiano di continuo, provocando a tutti dei bei raffreddori. È un mese che ancora prevede l’uso delle sciarpe e del cappello e che nel calendario gregoriano viene indicato come il terzo mese dell’anno.
C’era un tempo però durante il quale marzo era considerato il primo mese dell’anno. Ai tempi dell’antica Roma il primo marzo corrispondeva quindi al primo giorno dell’anno. Aprile era poi il secondo mese, maggio il terzo e giugno il quinto. A differenza dei tempi di oggi luglio però veniva chiamato “quintilis” e agosto “sextilis”.
Il primo marzo si inaugurava quindi l’anno nuovo e si salutava il precedente attraverso dei riti. Con l’occasione si spegneva infatti il fuoco del santuario della dea Vesta, che doveva essere acceso per tutto l’anno. Per spegnerlo si utilizzava l’acqua sacra della moglie del dio Giano, la cui festa ricadeva proprio durante quel giorno. Successivamente se ne accendeva uno nuovo, che sarebbe stato poi spento solamente l’anno dopo.
Fino al 46 A.C. a Roma esisteva il calendario romano, che indicava il primo marzo come primo giorno dell’anno. Tuttavia grazie a Giulio Cesare e alle sue riforme, alcune cose sono poi cambiate, tra cui anche il nome del calendario, che da romano è diventato “giuliano”. Pare poi che proprio con Giulio Cesare l’anno ha smesso d’iniziare il primo marzo ed ha iniziato a essere come lo conosciamo oggi.
I mesi “Quintiles” e “Sextilis” sono poi diventati “luglio” ed “agosto”, in onore di Giulio Cesare e di Augusto.
Marzo tuttavia rimaneva un mese molto importante nell’arco di un anno. Simboleggiava il ritorno della vita dopo un periodo di morte e di tenebre dovuto all’inverno. Era anche il periodo in cui la dea Cerere poteva riabbracciare la figlia Proserpina per qualche mese, prima di poter tornare negli inferi insieme a suo marito Plutone.
Marzo non è solamente un mese dedicato alla primavera ma anche alla guerra. La parola “marzo” deriva infatti dal latino “martius” che corrisponde a Marte, il dio romano della guerra. Anche per questo motivo proprio a marzo si apriva la stagione della guerra, che si sarebbe poi chiusa solamente a ottobre.
Marte però è anche il dio del raccolto della primavera, della pioggia e dei fulmini, per questo motivo a lui viene dedicato il mese di marzo.
Le leggende poi raccontano che proprio lui è stato il padre di Romolo e Remo, che sono nati dal legame della divinità con la sacerdotessa Rea Silvia. Era quindi necessario dedicargli il primo mese dell’anno. Probabilmente senza di lui, Roma non sarebbe mai nata.
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