“‘Ndove c’è gusto nun c’è perdenza”, il detto che invita a godere dei momenti
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Quando ci troviamo al ristorante in compagnia di amici c’è la tendenza di pagare il conto alla romana, ma come è nata tale usanza?
Ci troviamo al ristorante, in compagnia di amici. Arriva il momento del conto. Nella maggior parte dei casi la proposta è quella di pagare alla romana, dividendolo in parti uguali, a prescindere dalla spesa di ciascuno. Un’operazione che consente, dal punto di vista pratico, di risparmiare tempo e pensieri, senza segnare volta per volta il prezzo dei piatti, dividere in quota il bere, fare una somma del totale assicurandosi che sia precisa, facendo venire meno l’obiettivo della serata, quella di ritagliarsi un momento di svago e di relax dopo una giornata di lavoro o di studio.
L’Accademia della Crusca ha cercato di dare una spiegazione all’origine dell’espressione pagà a la romana, sottolineando che si tratti di una pratica molto usata a Roma. Da sottolineare che non è più diffusa solo tra i giovani e che l’assenza di un dizionario storico della lingua fa supporre che sia stato tramandato di generazione in generazione per via orale. Un’usanza divenuta popolare e che agevola anche chi è al banco, in attesa di ricevere il pagamento e fare lo scontrino.
Le accortezze che si possono prendere sono quelle di definire la volontà di pagare alla romana ancora prima di ordinare la propria portata, in modo da non creare eccessive disparità di prezzo. In caso contrario sarebbe appropriato che chi ha speso di più metta di sua sponte una cifra superiore, grosso modo pari a quella effettivamente spesa, anche per evitare possibili dissidi una volta usciti dal ristorante o dalla pizzeria.
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