“Piano merlo che la fratta è lunga”, l’avvertimento capitolino che mette in guardia i frettolosi | Roma.Com
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“Piano merlo che la fratta è lunga”, l’avvertimento capitolino che mette in guardia i frettolosi

Piano merlo che la fratta è lunga

“Piano merlo che la fratta è lunga” è un antico detto romano che mette in guardia dalla troppa fretta. Insegna che a volte, rallentare è l’unico modo per arrivare davvero. Ma qual è il suo significato? 

Un avvertimento per chi prende le cose con troppa leggerezza

Piano merlo che la fratta è lunga” è un vecchio detto popolare, usato per mettere in guardia chi si muove con troppa leggerezza verso un ostacolo.

Il significato è chiaro: meglio andarci cauti, perché il pericolo potrebbe essere più insidioso di quanto sembri. Il merlo, simbolo di leggerezza e incoscienza, viene avvertito di non precipitarsi, perché la fratta, ovvero il cespuglio, è lunga e difficile da attraversare.

È un’espressione perfetta per quei momenti in cui qualcuno sta per infilarsi in una situazione complicata senza pensarci troppo.

La prudenza ripaga sempre

L’origine di questo proverbio si perde nella tradizione contadina, dove la natura era fonte di metafore quotidiane. Nei campi, chiunque si avventurasse tra i rovi senza fare attenzione rischiava di restare impigliato o graffiato.

L’immagine del merlo che si lancia senza riflettere è un richiamo a chi affronta la vita senza valutare le conseguenze.

Questo detto, come tanti altri della cultura popolare, nasce dall’osservazione del mondo circostante e si trasforma in un insegnamento di vita: la prudenza paga sempre.

Una perla di saggezza popolare

Anche oggi, “Piano merlo che la fratta è lunga” conserva tutta la sua saggezza. Lo si potrebbe dire a un amico che sta per accettare un lavoro senza leggere bene il contratto, o a chi si butta a capofitto in una relazione senza considerare i segnali d’allarme.

È un proverbio che invita alla riflessione, con quel tono bonario e un po’ ironico che rende la saggezza popolare sempre attuale.

Perché, in fondo, quante volte ci siamo sentiti come quel merlo impaziente di spiccare il volo, senza accorgerci della fratta sotto di noi?

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