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Il 19 marzo si celebra la Quinquatria, una delle più importanti festività dell’Antica Roma, dedicata a Minerva, dea della saggezza e della guerra. Un’occasione perfetta per immergersi nel mondo antico e nelle tradizioni che hanno segnato la storia di Roma.
Tra le tante celebrazioni dell’Antica Roma, i Quinquatria erano tra le più attese, specie dai guerrieri e dagli artigiani. Si tenevano dal 19 al 23 marzo in onore di Minerva, la dea della saggezza, delle arti e delle strategie di guerra.
Il nome della festa deriva dal fatto che si svolgeva cinque giorni dopo le Idi di marzo. Il primo giorno era sacro e privo di spargimenti di sangue, ma dal secondo in poi le cose si facevano più movimentate: combattimenti di gladiatori, spettacoli e giochi erano il cuore della festa, un mix perfetto tra cultura e azione.
Minerva era molto amata da artisti, poeti, insegnanti e perfino dagli operai, quindi i Quinquatria non erano solo una festa di guerra, ma anche un tributo al sapere e all’artigianato.
I maestri e gli studenti offrivano doni alla dea, sperando in un anno di ispirazione e successo. Le corporazioni si riunivano, e nelle botteghe e nei templi si svolgevano riti per propiziare l’ingegno e l’abilità manuale. Insomma, era un periodo in cui Roma celebrava sia la forza sia la creatività, dimostrando che il sapere e il coraggio andavano di pari passo.
E poi c’era la parte più folkloristica: le feste, le processioni e i festeggiamenti sfrenati.
La gente si riversava nelle strade tra spettacoli, canti e brindisi, mentre i gladiatori si sfidavano nell’arena in onore della dea. Era per tutti un momento di festa, dedito all’arte della guerra, al sapere e all’artigianato.
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