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Roma…namente: 3 grattachecche da non perdere

Roma...namente

La grattachecca è una istituzione di Roma, ma dove si possono gustare le più buone? Con Roma…namente te ne facciamo scoprire tre?

“Sora Maria”, un piccolo universo del ghiaccio rasato a mano

Se arranchi su per via Trionfale con l’asfalto che frigge, tieni d’occhio l’insegna rossa un po’ scolorita del chiosco “Sora Maria”. È lì dal 1933 e pare minuscolo, ma dentro c’è un micro-universo di ghiaccio rasato a mano, sciroppi densi come marmellata e frutta tagliata al momento. Ordini “una completa” e ti ritrovi un bicchierone mezzo litro con amarena, menta, orzata, cocco fresco e quegli spicchi d’arancia che sanno di vacanza ai Caraibi ma costano tre euro scarsi.

Prendi posto sul muretto, guardi il tramonto colorare la Cupola di San Pietro in fondo alla via e affondi il cucchiaio. Tre cucchiaiate e l’estate smette di pesare: è l’effetto-Sora Maria, una grattachecca talmente iconica che persino alla Sapienza l’hanno messa in un test d’esame. A Roma lo sanno tutti: finché la serranda di quel chiosco resta alzata, l’afa può ruggire quanto vuole, tanto c’è sempre un bicchierone di ghiaccio dolce pronto a zittirla.

“Sora Mirella”, una baracchetta che ospita il mondo del ghiaccio rasato a mano

Scendi verso Ponte Cavour e, prima che il Tevere ti restituisca tutta l’umidità possibile, vedrai una baracchetta color pastello affacciata sul lungotevere: è “Sora Mirella”, regina indiscussa della grattachecca a Prati dal 1913. Il chiosco è poco più grande di un’edicola, ma dentro vibra come un alveare di cubetti di ghiaccio che sfrigolano sotto la raspa. Qui la “ricetta segreta” è il mix di sciroppi fatti in casa, amarena, tamarindo, latte di mandorla fusi con manciate generose di frutta fresca: mango, pesca, cocco a tocchi spessi come mattoncini lego.

Il rito è collaudato: ti metti in fila sotto i platani, intrattenuto dal traffico del lungotevere e dai commenti sarcastici di chi è più avanti. Quando arrivi al bancone, un colpo secco di raspa trasforma il blocco di ghiaccio in neve soffice; poi via con sciroppi stratificati come un’opera pop, frutta a cascata e, se vuoi sentirti davvero locale, un cucchiaio di amarena “marmellatosa” in cima. Prezzo intorno ai tre euro, resa al palato pari a un climatizzatore portatile.

“Er Chioschetto”, il chioschetto che crea dipendenza

Se te fai una passeggiata su Lungotevere Raffaello Sanzio, tra Ponte Sisto e Ponte Garibaldi, a un certo punto senti il classico crick-crack della raspa che ti chiama: è “Er Chioschetto”, fratello minore di Sora Maria e Sora Mirella. Da più di sessant’anni dispensa grattachecche a Trastevere, con lo stesso blocco di ghiaccio serrato in una morsa arrugginita e l’omone dietro al banco che ti saluta con un romanesco da cartolina.

Il format è spartano e vincente: ghiaccio rasato a neve, sciroppi autoprodotti (mitica la liquirizia, nerissima), pezzi di frutta tagliati al momento e quell’aggiunta da intenditori – le noccioline sbriciolate in cima – che trasforma il bicchiere in un gelato croccante-e-rinfrescante. La specialità della casa è la “Tevere Mix”: base di tamarindo, strato di cedrata, amarena a nastro, spicchi di lime e pioggia di arachidi tostate. Sembra un’eresia ma crea dipendenza; a tre euro scarsi, fa concorrenza perfino al supplì dell’angolo.

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