3 vicoli nascosti che se sei Romano li conosci meglio delle tasche tue
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Si sta per avvicinare il periodo che personalmente apprezzo più di tutti. Ottobre sta giungendo agli sgoccioli e, con novembre alle porte, non possiamo far altro che concentrarci sul capodanno pagano. Facciamoci, quindi, contagiare dallo spirito mortuario e scopriamo insieme tre luoghi per vedere Roma Sotterranea.
Pensate forse che ciò possa essere macabro? Beh è proprio questo l’intento. Anche perché non bastano i lavori alle metro per poterci ricordare di quanto esista una città al di sotto dei nostri piedi. Vi è una cultura che non va dimenticata e che vive attraverso la storia e i ritrovamenti di cocci e di oggetti di uso un tempo comune.
Ci sono diversi tour organizzati per potersi addentrare all’interno di quella che viene chiamata “Vicus Caprarius”. Stiamo parlando delle vie tracciate dall’Acquedotto Vergine fino al rione di Trevi. La maggior parte degli itinerari partono vicino alla Fontana di Trevi, con una discesa a nove metri di profondità nell’area archeologica, conosciuta come “Città dell’acqua”. Durante il percorso è possibile ammirare una cisterna e i resti di un’antica insula trasformata in una domus imperiale. Tornati in superficie, di solito, la passeggiata prosegue alla scoperta dei resti dell’Acquedotto Vergine che alimenta le fontane barocche della città.
L’itinerario è analogo e affine a quello precedentemente illustrato. Ci si sposta di pochi metri e si arriva al di sotto della fontana dei quattro fiumi. Sotto la vivace Piazza Navona, si nasconde una delle meraviglie archeologiche della Roma imperiale: i resti dello Stadio di Domiziano. Costruito nell’85 d.C., è l’unico esempio di stadio in muratura nella Roma antica e una delle rare testimonianze di tali strutture al di fuori della Grecia. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, lo stadio si estende sotto l’attuale piazza, a circa 4,5 metri di profondità, e rivela il suo passato glorioso in diverse aree visibili al pubblico.
Scoperto attraverso vari scavi a partire dal XIX secolo, lo stadio servì come luogo per le gare atletiche, riflettendo l’influenza culturale greca a Roma. La struttura ha resistito al tempo grazie al suo ottimo stato di conservazione, con muri imponenti e frammenti scultorei, tra cui una copia dell’Apollo Liceo, opera di Prassitele.
Anche in questo caso vi sono diverse possibilità di prenotazione per dei tour specifici e non, in ogni caso le cose da vedere sono pressoché simili. Le visite al sito permettono di esplorare non solo i resti dell’emiciclo centrale, ma anche l’area orientale, recentemente aperta al pubblico. Questo monumento, che si estende sotto Piazza Navona e vari palazzi circostanti, come la Chiesa di Sant’Agnese e la sede dell’École Française de Rome, offre una straordinaria testimonianza della Roma antica, con la sua fusione di architettura, sport e cultura.
Scoperte nel 2005, le Domus Romane di Palazzo Valentini rappresentano un sito archeologico di eccezionale importanza, risalente all’età adrianea (125 d.C.) e a quella successiva del II secolo d.C. La visita al sito si sviluppa attraverso tre aree principali: gli ambienti di rappresentanza, le terme private e i resti di un edificio pubblico, forse un tempio dedicato a Traiano e alla sua moglie Plotina.
All’interno delle Domus, i visitatori possono ammirare mosaici policromi, pavimenti in marmo e affreschi che testimoniano lo splendore dell’epoca imperiale. Particolarmente notevole è il mosaico del triclinio, simbolo delle Domus, che riflette lo sfarzo con cui erano decorate queste abitazioni. Inoltre, è visibile un sistema di riscaldamento tipico delle terme, basato sulla distribuzione del calore generato da una caldaia a legna.
Palazzo Valentini, situato di fronte al Foro Traiano, è un esempio emblematico di come la storia di Roma sia stratificata e ricca di trasformazioni. Costruito nel 1585 per volere del Cardinale Michele Bonelli, il palazzo ha subito vari interventi nel corso dei secoli. Uno dei momenti più significativi avvenne nel 1752, quando il Cardinale Giuseppe Spinelli acquistò l’edificio e ne fece affrescare il piano nobile sotto la guida del pittore Stefano Pozzi. Tuttavia, è solo nel 1827, con l’acquisto da parte del banchiere Vincenzo Valentini, che il palazzo acquisì il nome attuale, insieme a nuove opere d’arte e migliorie architettoniche.
Ci siamo mantenuti sul soft per poterci addentrare più avanti nell’oscurità vera e propria. In ogni caso, fateci sapere se ci sono altri nascondigli o posti bui da poter visitare.
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