Roma…namente: 3 drink che non troverai all’infuori di Roma
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Vivere e convivere in una città come Roma vuol dire impegnarsi. Ci sono regole non scritte che è meglio che ognuno di noi conosca bene. Inizieremo a esplorarle con calma e tranquillità, elencando le prime tre necessarie per la sopravvivenza.
Inizierei con quella più semplice e complessa da dover affrontare e capire. Qui la fede calcistica si interseca all’interno del tessuto sociale come in pochissime altre parti d’Italia riesce a fare. Il derby è paragonabile ad una sorta di matrimonio del sud in cui si sta seduti per ore mentre i piatti vengono portati a tavola. C’è preparazione, c’è tormento e c’è un cacofonico silenzio che regna per tutta la città. Il tutto è profondamente diverso dalle normali partite italiane in cui si scontrano diverse squadre. Il campionato è altra cosa rispetto al sentimento di profondo scontro che viene nutrito per dei colori. Una sorta di vere e proprie guerre civili in cui non si può neanche nominare l’esistenza della partita.
Non esistono amici che dividano il tifo. Se colpiti da questa sorte, tutto il giorno che precede il derby (e non solo…) non si rivolgono parola. L’uno non può entrare in casa dell’altro, perché altrimenti “Mezzogiorno di fuoco” diverrebbe solo una bieca parodia. Non provate mai a parlare a un romanista della Lazio, ma non provate neanche a far il contrario. Qui ci si nasce sotto certi colori e se sono bianco-celesti perdi quasi il diritto di essere definito romano. La lupa regna sovrana, lei ha sfamato il primo re di Roma e continua a nutrire i suoi eredi. Non c’è storia d’amore che possa durare tanto quanto l’attaccamento giallo-rosso. È quasi come se il sangue del tifoso romanista sia fatto di un’altra pasta. Al contrario essere della Lazio significa rappresentare la città di Roma già dal 1900 ed essere la prima squadra della Capitale.
Quindi prendete appunti e ricordate di NON commettere mai questo errore. Individuate la persona che avete davanti, con buon probabilità vedrete nei suoi occhi il giallo-rosso, e rinnegate la vostra personale devozione calcistica. Che voi abbiate messo piede in stazione o in aeroporto, da quando inizia il vostro viaggio non potete più esser sicuri di nulla. Non inimicatevi il tifoso.
Questa è una regola piuttosto semplice e, grosso modo, vale un po’ per tutte le località turistiche. A Roma, però, il tutto diventa più pericoloso a causa della massiccia presenza degli “Acchiappini”. Figure che vi inviteranno a mangiare all’interno del locale davanti cui stanziano, infischiandosene dell’orario in cui voi passerete. Se il locale è aperto, per loro, voi avete la necessità di nutrirvi. Banalmente sono gli stessi soggetti cui non importerà se ordinerete un cappuccino a mezzogiorno insieme al vostro piatto di pasta. Personalmente non comprendo il perché della guerra al cappuccino, quando è socialmente accettato il caffè macchiato. Ma questo è un altro discorso.
In generale qui vince la regola del “se è vicino a un monumento è, per lo più, uno specchietto per le allodole”. Trappole per turisti che non tengono ben presente quella che è la reale tradizione della cucina romana. Al contrario, molto spesso fanno delle regole tutte loro con prezzi un po’ troppo esagerati. Ovviamente esistono eccezioni a questa regola, ma ve le illustreremo nel corso dei diversi appuntamenti di questa rubrica.
Indipendentemente da quale sia il vostro mezzo di trasporto, o che voi siate a piedi, la regola qui non cambia: non guardate un taxista negli occhi. È pur vero che, nell’ultimo periodo, siano diventati merce rara, ma i dettagli qui sono poco importanti. Possono succedere episodi abbastanza inquietanti quando prendete un taxi, specie negli orari serali. Credo che le poche ore di sonno influiscano molto sulla loro sanità mentale. In ogni caso, per strada hanno ragione sempre loro. Non importa che voi abbiate messo la freccia, che loro abbiano la corsia preferenziale, o che voi sappiate la strada più breve per poter raggiungere la vostra destinazione. Loro vi faranno rimetter in dubbio persino il vostro nome.
Per strada, è quasi un pericolo averli al proprio fianco. Vi suoneranno, vi urleranno contro, vi diranno che non siete in grado di guidare.
In bus, poco cambia e poco importa, se siete in ritardo è sicuro che avete un taxi davanti a voi che percorre la sua strada in modo decisamente fin troppo lento. Il suo obiettivo è quello di far scorrere il contachilometri, non quello di far giungere alla metà chi gli dovrà dare i soldi. È pur vero che, il più delle volte, si mostrano un male necessario. Del resto, far totale affidamento su Atac non è un’ottima idea.
In un certo senso, queste potrebbero esser le prime regole necessarie per poter riuscire a superare le prime ventiquattro ore all’interno delle mura del centro di Roma. È pur vero che noi vi consigliamo di non limitarvi solo alla visita delle principali attrattive della città, ma in ogni caso, iniziamo a stabilire una sorta di guida.
Prima di lasciarci, però, vorrei darvi una piccola regola bonus. Qui si affronta l’argomento dress code: non indossate i tacchi. Nella rubrica Turisti nella Capitale, più volte, ho sottolineato la necessità di indossare scarpe comode. Queste, infatti, sono una necessità. I sanpietrini sono infimi, dolorosi e traditori. Non importa se voi indossiate un tacco comodo, uno a spillo o magari peggio una zeppa, in ogni caso sarete vittime delle loro infamie. Se il tacco è sottile rischia di infilarsi in uno degli spazi che vi è tra una pietra e l’altra; se spesso rischiate di prendere una storta. Se, invece, state indossando una zeppa rischierete ad ogni singolo passo l’effetto onda; ovvero, la vostra caviglia percorrerà la strada come se fosse una tavola da surf e voi vi ritroverete gambe all’aria. E non importa quanto sappiate usarli o starete attenti, quelle piccole e stupende pietre vinceranno.
In ogni caso, come stavo scrivendo, queste non sono altro che i primi moniti che affronteremo insieme, presi con ironia e leggerezza, perciò sottolineamolo…si scherza!
Vi consiglio di non perdervi i prossimi appuntamenti, per poter cercare di sopravvivere in una città che richiede attenzioni. Roma…namente è solo all’inizio!
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