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Oggi si concludevano nell’antica Roma le “Rosalia”, o feste delle rose. Celebrazioni sacre che si svolgevano per un motivo in particolare, sai quale?
Quando si pensa alle rose, soprattutto quelle rosse, non si può non legarle a qualcosa che ha a che fare coi sentimenti, in particolare con il sentimento d’amore. Basti pensare a San Valentino. Eppure, nell’antica Roma, le Rosalia, o feste delle rose, appartenevano alle quattro solennia sacrificia dedicate al ricordo dei propri cari defunti.
Non c’erano delle date precise, solitamente si svolgevano alla fine di maggio per un motivo molto semplice: perché in questo periodo fiorivano, appunto, le rose. I loro petali, infatti, dovevano apparire sul banchetto delle celebrazioni, utilizzate – già allora – non solo come decorazioni ma a scopi culinari, soprattutto nella preparazione di dolci.
Per quanto riguarda l’origine, ci sono ancora molti dubbi su questa festività. Se da un lato, infatti, mostra dettagli regionali, dall’altro pare che somigli ad alcuni riti funebri che si svolgevano in Asia Minore, come quello di Bacco e di Attis, personaggi morti e risorti. Così, alcuni credono che furono i commercianti i primi a diffondere questo rito.
E, tuttavia, tanti altri smentiscono questo racconto: c’è chi dice che le prime Rosalia nacquero sotto l’Impero di Augusto; chi dice che addirittura furono importante dalla Gallia Cisalpina; e chi sostiene che era una pratica diffusa soprattutto tra i militari, che utilizzavano le rose per onorare, in mancanza dei familiari, i loro compagni caduti.
Comunque stiano le cose, un fatto è certo: le Rosalia esistevano, e i romani ogni anno se ne facevano carico per onorare chi non c’era più.
Collegando la nascita primaverile delle rose a un rito di morte, questi meravigliosi fiori rappresentavano, infine, per i romani, i fiori funerari per eccellenza. Con questa festa, si cercava di rinnovare e mantenere vivo il rapporto e il contatto con i propri avi, mediante una cena sobria accanto alla tomba. Una sorta di Coco Loco, per chi l’ha visto.
Lo sbocciare delle rose non era solo il simbolo del rinnovamento della natura, ma anche della vita che poteva rinascere nei famosi Campi Elisi de Il gladiatore. Per questo, veniva usata tanto spesso anche in altri riti di culto dell’antichità. D’altra parte, l’uso della rosa resta nel Cristianesimo, dov’è comunemente associata alla vergine Maria.
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