"Si moro e poi arinasco prego Dio de famme rinasce a Roma mia" il detto che testimonia l’amore per Roma | Roma.Com

“Si moro e poi arinasco prego Dio de famme rinasce a Roma mia” il detto che testimonia l’amore per Roma

Essere romano è un privilegio e questo detto testimonia l’amore degli abitanti per la nostra città, culla della civiltà occidentale e tra le principali mete turistiche mondiali.

Una città magica, in cui si respira storia in ogni dove

Milioni di turisti affollano ogni anno la città di Roma, ammirando un patrimonio artistico e storico che non è presente in una forma così ampia e maestosa in nessun altro luogo del Mondo. Tutti restano ammaliati dalla bellezza di opere architettoniche che sono in grado di mettere il visitatore in contatto con il passato, con epoche diverse che hanno visto la Capitale italiana essere il centro. Per non parlare del Vaticano, cuore della cristianità, sede del Papato che raduna fedeli in preghiera, in contatto con i vertici della religione più praticata.

Si moro e poi arinasco prego Dio de famme rinasce a Roma mia“, la dichiarazione d’amore dei romani per la nostra città

Nascere a Roma comporta un senso di appartenenza che è tipico di ogni suo abitante, che arriva ad accettare quello che non va nella gestione del quotidiano e che si rende conto di quanto sia fortunato. Per questo motivo si è diffuso il detto “Si moro e poi arinasco prego Dio de famme rinasce a Roma mia“. Chi nasce qua sente di condividere una millenaria discendenza, infinite tradizioni e il dovere di rendere onore al passato, pur consapevole delle difficoltà che deve affrontare.

Le origini e i collegamenti con la poesia romanesca

Questa espressione sembra derivare dalla tradizione popolare romana, che esalta l’orgoglio e l’amore per la propria città. Roma, da sempre considerata una delle città più importanti del mondo per storia, arte e cultura, ha un posto speciale nel cuore dei suoi abitanti. Il detto, pur non avendo una datazione precisa, si inserisce nella lunga tradizione dei proverbi e motti romani, in cui emerge l’identità fiera e bonaria del popolo romano. Espressioni simili si ritrovano nella poesia e nella canzone popolare romana. Poeti come Trilussa e Giuseppe Gioachino Belli hanno immortalato nei loro versi l’amore incondizionato per Roma e per il dialetto romanesco. Belli, in particolare, ha scritto sonetti nei quali il sentimento di appartenenza alla città emerge in tutta la sua forza.

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