“Mo ce vò er miracolo de San Gennaro” l’espressione esasperata che chiede aiuto al cielo
“Mo ce vò er miracolo de San Gennaro” è una tipica espressione romana che, con un pizzico di ironia, racconta di un momento[...]
Questo detto ci ricorda che la gentilezza risulta più efficace della rabbia ed è in grado di persuadere anche gli animi più duri.
Non è sempre facile mantenere la calma e cercare di instaurare un dialogo quando ce l’abbiamo per qualche motivo con una persona ma, nella maggior parte dei casi, provare ad abbassare i toni e ragionare è molto più producente di lasciarsi andare a urla e parole poco carine, con l’effetto di rendere più in salita la risoluzione del problema. Uno sfogo è tollerabile anche se non dovrebbe mai venire meno il rispetto nei confronti dell’altro, a prescindere dall’eventuale torto che ha commesso.
Per ottenere il perdono o trovare un punto di contatto per ripanare uno screzio o un gesto che non è stato apprezzato il metodo migliore è quello di esprimere il proprio dissenso senza scendere nella volgarità, spiegando le proprie ragioni con franchezza e tranquillità, senza nascondere il dispiacere per ciò che è accaduto ma nemmeno facendo sentire troppo in colpa l’interlocutore. Mettersi nei panni degli altri è un esercizio che dovremmo coltivare un po’ più spesso e permettere di evitare molti conflitti.
“Tira più ‘na parola bona che cento parolacce” è il saggio consiglio del romano che con questa espressione dialettale vuole sottolineare l’efficacia di un tono misurato e conciliante rispetto all’ascia di guerra alzata. Capita a chiunque di commettere uno sbaglio e altre volte questo errore non è nemmeno colto, ecco che spiegarsi senza aggredire può fare capire meglio cosa è successo e cercare di imparare la lezione. E così il detto ci avverte che la gentilezza è l’antidoto al male che subiamo e anche sinonimo di superiorità rispetto a chi ci ha ferito.
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