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Trilussa, la voce di Roma in rima

Roma parla in rima attraverso le parole di Trilussa. Poeta satirico e osservatore arguto della vita quotidiana, le sue poesie raccontano con ironia e semplicità l’anima della città eterna. Ma quali sono le più belle?

Un viaggio tra ironia e felicità

Carlo Alberto Salustri, conosciuto come Trilussa, ha saputo dare voce all’anima di Roma, con poesie che trattano in modo unico la quotidianità ei sentimenti umani. I suoi versi in romanesco, spesso ironici e pungenti, offrono una visione del mondo fatta di saggezza popolare e leggerezza.

La Statistica tagliente

“La Statistica” è una delle poesie più famose di Trilussa, che affronta il tema della statistica con un’ironia tagliente. Il poeta spiega come i numeri possano distorcere la realtà, raccontando la storia di un uomo che, anche se non ha mangiato nulla, risulta “saziato” dalle medie statistiche. Con pochi versi, Trilussa critica l’uso disumanizzante dei numeri, ricordandoci che dietro le cifre ci sono persone e storie uniche. È una poesia che ci invita a guardare oltre i dati freddi e ad apprezzare l’umanità che c’è dietro ogni cifra.

La Felicità, il lato romantico del poeta

“La Felicità” di Trilussa è una riflessione sul significato della contentezza. Qui il poeta ci invita a cercare la felicità nelle piccole cose, sottolineando come spesso sia alla portata di mano, anche se non ce ne accorgiamo. Con la sua solita ironia, Trilussa ci mostra come la felicità non sia una meta lontana, ma piuttosto un modo di vedere il mondo e di apprezzare ciò che si ha. Una lezione semplice e universale, che conserva ancora oggi tutta la sua validità.

Il tema dell’amicizia del gatto e del cane

In “Er Gatto e er Cane”, Trilussa affronta il tema dell’amicizia con una semplicità disarmante. La poesia racconta la storia di un cane e di un gatto, animali notoriamente in contrasto, che trovano invece un’intesa fatta di rispetto e affetto.

Invita a riflettere sull’importanza di superare i pregiudizi e di trovare l’armonia anche nelle differenze, facendoci capire come l’amicizia possa nascere anche tra “nemici” naturali. È una celebrazione della tolleranza e della comprensione.

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