Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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Il viaggio che stiamo continuando ad affrontare ha mete e luoghi ben prestabiliti. Vi ho già parlato di come, in questo periodo, la nostra amata città si tinga dei suoi colori più belli e sgargianti, ma dobbiamo ammettere che non è tutt’oro. Inutile esprimere la frustrazione di chi sta scrivendo questo articolo, mentre con tutta la propria forza di volontà si appresta a colmare la stessa distanza che voi lettori coprirete solo con l’immaginazione. Oggi essere turisti nella capitale vuol dire correre lungo via De Cuorbertin e precipitarsi all’Auditorium Parco della Musica.
Sono diverse le funzioni che vengono attribuite a questo luogo durante il corso dell’anno. Durante l’estate la Cavea si trasforma nel luogo perfetto per i concerti e gli spettacoli all’aperto. Il mese di ottobre è caratterizzato dalla Festa del Cinema di Roma. L’inverno è costeggiato da talmente tanti appuntamenti musicali da riuscire a spaziare tra i diversi generi. Non soltanto, al suo interno vi sono studi di registrazione, sale prove e un ampio terrazzo sfruttato per fiere e mostre.
Il progetto è opera di Renzo Piano e, nonostante la fama che caratterizza l’architetto, i commenti sulla sua struttura sono coloriti e divertenti da analizzare. Il paragone che viene il più delle volte evidenziato è il fatto che le sue cupole assomiglino a tre enormi scarafaggi. Sapete, di quelli dalla corazza rigida che se capovolti sulla schiena si agitano tutti. Del resto, penso che ciò sia per poter garantire un’ottima acustica all’interno delle sale, così da poter garantire la riuscita sia di ciò che è live che di ciò che è registrato.
Cinema e Musica, quindi, si condensano in un unico posto, rendendo i Parioli una reale attrattiva (almeno per qualcosa). Forse, se siete affetti anche voi di qualche forma di autolesionismo, avrete potuto notare come il luogo designato per il red carpet delle stelle, sia stato usato per alcune scene in diverse serie tv. Il masochismo, in questo caso, è esclusivamente associato al ricordo di Baby (Netflix). Per questi occhi, di conseguenza, appare necessario sottolineare quanto lo straordinario e l’ordinario riescano a fondersi: un giorno un corritore in pantaloncini ginnici percorre quella strada; il giorno dopo tutto è transennato e li ci sono attori hollywoodiani e non solo.
Storicamente ci sarebbero tantissime altre cose da poter dire su questo luogo, ma per quello esiste Wikipedia. Qui, il nostro obiettivo è quello di guardare il tutto sotto altre prospettive per poterne cogliere gli aspetti più disparati. Nella mia memoria, ad esempio, sono numerosi i ricordi che si accalcano per tutte le esperienze fatte all’interno di queste mura. Ci sono stati istanti in cui mi sono ritrovata a cantare in sala gli Abba, potete immaginare in che occasione; così come mi è capitato di prendermi la pioggia mentre aspettavo uno scongelato Micheal Bublé che presentava il documentario sul suo tour. Sono rimasta travolta e sconvolta da film, o eventi, che non credevo che mi sarebbero mai interessati, solo perchè mi sono messa in gioco.
L’Auditorium Parco della Musica, nonostante le numerose difficoltà che si hanno per poterlo raggiungere, riesce a racchiudere un altro micro-mondo della nostra Capitale. Vicino al centro città, ma reso lontano dai mezzi che non passano. Tram soppressi e sostituiti dai bus che si accalcano nel traffico cittadino, mentre si schizza e si corre da una parte all’altra per potersi vivere al meglio questo luogo. Un universo a parte che ti fa sentire a casa, nonostante tutto e tutti. Un punto in cui la cultura la fa da padrone con talmente tanta forza che riesce a riverberare e a stringere l’animo dei suoi ospiti. Tre scarabei che allargano le loro zampette per dire “Ehi turista, vieni a fare un giro qui dentro!”.
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