Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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Non facciamoci cogliere impreparati dalla nostalgia della Garbatella, ne dalle gioco di nomi che ha caratterizzato la scorsa tappa. Questa volta le terme sono reali, tangibili, anche se non come ce le aspettiamo. Il percorso non si ferma, al contrario si sposta e si allarga all’interno del territorio laziale per poter vivere un’esperienza infernale. I suoi vapori sulfurei sono stati paragonati a quelle delle bocche dell’inferno proprio dal Sommo Poeta. Una meta che lui raggiunse nel suo pellegrinare in giro per il centro Italia mentre cercava asilo nelle dimore signorili. Chissà che aspetto dovessero avere al suo tempo, ma oggi essere Turisti Nella Capitale vuol dire prendere un treno, arrivare a Viterbo, per sentirsi un po’ Dante e concedersi un po’ di Relax.
Portatevi la crema solare, nonostante non vi consigli questo luogo nel periodo estivo. Il calore potrebbe davvero rievocare Caronte pronto a girare su se stesso per indicarvi la vostra eterna pena. Le acque sulfuree delle Terme del Bullicame sono situate all’interno dell’omonimo parco. L’accessibilità non è delle migliori, potrebbe costarvi un po’ di fatica raggiungere quelle piscine, quindi zaino in spalla e occhio alle automobili che dovrete evitare.
Le loro acque antichissime costituiscono davvero un ottimo punto di ristoro e di calma. La speranza resta quella di trovare qualche buon vicino di telo così che il tono della voce possa restare sommesso e possa concedervi la pausa che vi sto prospettando. Esattamente come la peggiore guida turistica, vi consiglio di visitare le sue piscine seguendo il percorso freddo-caldo. La calda temperatura raggiunge persino i 58°, motivo per cui vi consigliavo questa tappa più nel periodo autunnale.
Lavare i vostri peccati sarà semplice, ma allo stesso tempo verrete colti dalla più cieca curiosità durante questa visita. È quasi impossibile restarsene fermi in ammollo in una piscina senza chiedersi da dove quest’acqua così benefica provenga. Pochi passi, semplici e rapidi, vi separano dal plexiglas che suggella una delle bollenti bocche infernali. Resta pur vero un piccolo dettaglio: bisogna comprendere i versi di Dante e applicarli alla storia.
Quella descritta, infatti, è una piccola e semplice realtà. Quelle erano le piscine in cui le “donne di piacere” potevano lavarsi. Adesso, immaginate il poeta del dolce stil novo, colui che era idealmente innamorato del concetto di donna e di bellezza, posto davanti all’evidenza. I piaceri della carne trovavano conforto tra i calori sulfurei, nudità impure si scaldavano al loro interno. Un inferno per la purità degli occhi del Sommo, un rossore fin troppo ardente per i suoi lombi. Una zona di calma e di quiete per la nostra modernità.
Un fiumicello di sangue rigoglioso di minerali, un cratere che proviene direttamente dal centro della terra. Zolfo e bicarbonato che si mescolano per poter lucidare le pelle di chi osa affrontare il suo bollore. Siamo lontani dalla Capitale, è vero, ma ciò che in passato poteva essere l’inferno diviene paradiso per noi Turisti in questa terra straniera.
Noi che vaghiamo erranti e raminghi per le vie cittadine, dobbiamo farci forza all’interno di un luogo così scognito e poco avvezzo alle nostre abitudini. Io amante della città e poco della campagna, confesso, che tra queste acque ho trovato un punto di giunzione. Un attimo di respiro, un contatto con la natura che ci allontana dalla routine. La domanda che resta sospesa tra queste righe è una: siete pronti per muovervi tra inferno e paradiso?
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