Turisti nella Capitale: Fumetti e Maschere | Roma.Com

Turisti nella Capitale: Fumetti e Maschere

Spostiamoci dal centro e facciamo di necessità virtù. La tappa di oggi è tra le meno turistiche e le più “residenti” che si possa affrontare. Il perché è facilmente deducibile: per quanto in molti vengano appositamente per visitare questo evento, la verità è che è una festa vissuta principalmente dal cittadino. Cultura e passione si fondono e ci rendono turisti nella Capitale attraverso fumetti e maschere.

Di cosa sto parlando? Beh oggi vi faccio vedere il Romics attraverso i miei occhi. Due volte l’anno, al contrario di molte altre fiere che sono annuali, Roma si tinge di make up e di costumi. Le iniziative culturali si concentrano principalmente a Fiera di Roma e nel raggiungere la struttura si varca una sorta di linea di confine. La fantasia incontra la realtà e tutto diventa diverso.

Confesso che la prima volta in cui ebbi l’opportunità di visitare la Fiera fu come se mi sentissi a casa per la prima volta. Tutta l’incomprensione che aveva caratterizzato la mia adolescenza era sparita. Tutte le prese in giro perché amavo quella roba “strana” erano solo uno strano ricordo. Fu come trovare una sorta di nuova famiglia tra le mura di quei padiglioni decadenti. Tra un “free hug” e un altro, era bello potersi sentire accolti ed è assurdo pensare quanto tutto questo coinvolga un’intera città. Attenzione, non stiamo dicendo che sia una delle fiere meglio organizzate, sappiamo benissimo quelli che sono i limiti che riguardano l’intera strutturazione, ma la sua fascinazione resta indiscussa.

Per poter raggiungere quel luogo, tanto lontano quanto realmente vicino, non occorre possedere la macchina. Cercare parcheggio il fine settimana sembrerà una titanica impresa e, molto spesso, prendere il treno che da “Piramide” arriva fino a “Ciampino” sembra la soluzione più pratica. Il nostro viaggio inizia proprio qui, sulle linee ferroviarie che manifestano tutta la loro primordiale potenza. Vi è qualcosa di viscerale che subentra una volta scesi dalla metro. La folla si muove quasi in un’unica direzione univoca, ma se il dubbio sulla correttezza della via dovesse attanagliarvi, vi basterà seguire chi è armato di spada o chi indossa qualcosa di non canonico. Perché si, si sta entrando in un mondo straordinario… ve l’ho detto, in cui tutto è capovolto e i vestiti quotidiani potrebbero farvi sentire fuori posto.

Il treno inizierà ad essere il preludio di quanto vi attende: file, confusione, calca e vociare. Tutto in grado di riempire mente e cuore perché sarà come esser catapultati all’interno del vostro servizio di streaming preferito. Chi è più o meno succinto, pelle più o meno coperta e dipinta, parrucche incredibili e sogni che diventano realtà. La Fiera viene fatta dai suoi ospiti, non da chi l’organizza. Eventi che si susseguono con un ritmo ferrato e che, molto spesso, perdono importanza specie quando dietro le lancette dell’orologio si annida un raduno di un qualche genere di fan.

Arte, amore, fanatismo, tutto in un unico concentrato adrenalico pieno di vita e di movimento. A fine giornata? Tutti zombi con scarpe scomode alla mano, piedi scalzi sull’asfalto e un ritorno da dover programmare. Un viaggio che sembra non finire e che, per fortuna, riesce a durare quattro giorni interi.

Che voi vogliate andarci ad aprile o a ottobre, o in entrambi i periodi, vi renderete conto che la magia continua a regnare. Pregna le pareti e non importa se gli stand vengono sempre la stessa merce, che non abbiate trovato quel fumetto che tanto desideravate o che non abbiate concluso l’affare della vita; il rapporto umano diventa necessario ed è indelebile.
Tutto si incide sull’anima come quel tatuaggio fatto in chissà quale padiglione. Una follia che si fa una sola volta nella vita, ma che si desidera fare ancora e ancora. E allora ecco… ecco grandi e piccini che si accalcano, che sgomitano e che cantano con una sola voce sotto il palco del padiglione 8. La musica e il cinema che unisce e che fa battere i cuori densi di nostalgia, ma carichi di novità. Ecco che non importa cosa si è fatto durante il resto della quotidianità quando lo straordinario subentra nei nostri cuori.

Quindi… che dire? Essere turisti nella capitale vuol dire cogliere il bello tra fumetti e maschere. Vuol dire essere disposti ad accogliere lo straordinario e a vedere il bello anche quando vi è la scala mobile che non funziona. Diventa un “saper godere” di una città che ricerca l’avventura e la brama come l’acqua di un nasone nei giorni di arsura. Vuol dire assaporare un onigiri mentre si aspetta la frittura ultimata delle patate dolci, esattamente come prendere del ramen istantaneo per credere di poter essere in Giappone anche solo per il tempo di un boccone.

L’appuntamento di ottobre si rinnova dal 3 al 6, fossi in voi mi dimenticherei del brutto e vivrei all’unisono con la splendida gente che popola la via di Fiera di Roma.

@AidaPicone

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