Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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La bellezza della nostra Roma è data dalla commistione di tantissimi elementi in grado di renderla unica. Tra stili e cultura, il susseguirsi della storia è tangibile e riconoscibile. Passare da un quartiere all’altro richiede una grandissima capacità osservativa. Oggi torniamo sulle sponde del Tevere, nella parte in cui inizia il nord della città. Essere turisti nella Capitale, qui, vuol dire districarsi tra i poteri forti.
Ciò che vi voglio far esplorare, infatti, è una delle parti più gotiche e barocche del cuore romano. Raggiungibile con i potenti mezzi Atac, sia grazie ai messi terreni e del sottosuolo, ci spingiamo all’interno di Piazza Cavour. Non deve essere confusa con la fermata metro della linea B, ovvero Via Cavour. Hanno lo stesso nome, ma sono collocate in luoghi diametralmente opposti. Chi scrive questo articoli vi sta avvisando di tutti gli errori in cui potreste incorrere per poter raggiungere questa piazza. Mi è capitato di voler andare a Piazza Cavour e di ritrovarmi, invece, nel cuore della Suburra.
Nonostante le innumerevoli impalcature che, al momento, confezionano e impacchettano la maggior parte dei monumenti della Capitale, qui è possibile vivere il cuore pulsante della legalità. Siamo davanti la Corte Suprema di Cassazione, l’ultimo grado di appello o di giudizio – mi pare che si dica così – a cui potersi rivolgere per poter affermare la propria innocenza. Attenti perché potrebbe esser ribadita la vostra colpa.
Siamo a Rione Prati, quello che comunemente è chiamato “Il Palazzaccio” manifesta tutta la sua imponenza gotica in ogni suo più piccolo angolo. È tra le opere più vaste realizzate dopo la proclamazione di Roma Capitale del Regno d’Italia, tra il 1889 e il 1911. Progettata dall’architetto perugino Guglielmo Calderini, che forse non tenne in considerazione la natura del terreno sulla quale sorge. La natura alluvionale, infatti, richiese numerosi e imponenti lavori per la costruzione del suo basamento. Anche nel caso di questi lavori, vi furono diversi ritrovamenti archeologici: sarcofagi e corredi funebri, alcune opere che successivamente sono state trasferite nell’Antiquarium Comunale.
Lo stemma della casa Savoia manifesta, ancora oggi, tutta la sua imponenza. Il bronzo con cui è costituito brilla quando il sole è alto nel cielo, esattamente come il bianco di ogni suo più piccolo angolo. Poco lontano, seguendo il flusso del Tevere, vi è la chiesa del Sacro Cruore del Suffragio.
La sua facciata, interamente costituita da cemento armato, è ispirata allo stile allo stile gotico d’oltralpe. Non differente dalle cattedrali che è possibile visitare in altre capitali europee come a Parigi o a Barcellona. Gli inizi della sua costruzione risalgono al 1894 e la fine nel 1917, non distante dagli anni di costruzione del Palazzaccio.
Al suo interno si dipanano agli occhi dei avventori e dei fedeli archi a sesto acuto, così come vetrate colorate e pilastri scolpiti nella pietra grigia e in mattoncini rossi. Presso la sagrestia, inoltre, è possibile visitare il Museo delle anime del Purgatorio. Per accedervi bisogna superare la porta che da sulla sesta campanata della navata di destra.
La natura profondamente differente di questi due edifici, li fa sembrare abbastanza simili nel loro impiego attuale. Una è un purgatorio in terra, in cui si attende il giudizio dell’uomo. L’altra è l’accoglienza delle anime dirette al giudizio universale e divino. Luoghi diversi, ma pregni di giudizio e di leggi.
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