Turisti nella Capitale: Immaginare | Roma.Com

Turisti nella Capitale: Immaginare

Le pause non mi sono mai piaciute più di tanto, anche perché ho sempre odiato la settimanalizzazione delle notizie. Reputo, però, che possano essere necessarie per poter assaporare con le giuste tempistiche gli stimoli che la vita ci pone. Ci siamo salutati sospendendo il nostro racconto, ristorandoci attraverso la visione di questo o quell’altro film, nell’attesa di poterci avventurare nel polmone della Capitale. Villa Borghese, per me vuol dire sognare ad occhi aperti. Sarà che tutte le volte in cui mi è capitato di avventurarmi al di sotto delle fronde dei suoi alberi, ho avuto modo di provare nuove avventure, altre invece la mia fantasia ha galoppato un po’ troppo. Essere Turisti nella Capitale, in questa tappa, vuol dire immaginare.

Più e più volte ho guardato il Cinema dei Piccoli e, prima di entrarvi io stessa, mi sono chiesta come fosse all’interno. Una delle più piccole strutture cinematografiche del nostro paese, interamente dedicata alla fantasia dei più giovani. Se ci pensiamo è una cosa dannatamente romantica perché ci permette di poter credere che, ancora oggi, la cultura possa essere effettivamente uno strumento con cui poter plasmare le menti. Non sto parlando della propaganda che sta tornando tanto in voga, quanto più quella sana voglia di mostrare e spiegare. Il racconto, nella sua più pura forma, fatto e finito per poter spiegare con semplicità ciò che semplice non è.
Il suo interno, tutto colorato, potrebbe quasi far spavento per la sua tenerezza. Divertente ricordare che il mio primo ingresso è stato in occasione della proiezione di un film horror. Anche in quel caso, però, il potere della fantasia era l’assoluto protagonista nonostante la macabra piega che la storia prendeva.

Il consiglio, in questo caso, è quello di vagare senza una meta ben precisa. Proprio così ho immaginato più e più volte la protagonista di un mio racconto. Pensate di perdervi all’interno di quello che è letteralmente un bosco, la sua forma a cuore non sarà in grado di inondare il vostro amore. La paura potrebbe prendere il sopravvento e l’idea di non riuscire ad uscirne entro il calar della sera potrebbe giocarvi brutti scherzi. Se, però, non avete intenzione di lasciarvi guidare dall’istinto tenete ben a mente che: salendo troverete Galleria Borghese; scendendo, invece, si apriranno numerose traiettorie verso Piazza del Popolo o verso lo zoo. L’ideale, qualora voi siate dotati di capacità organizzativa, è quello di salire verso la galleria così da potervi lasciar affascinare dall’oro e dal marmo.

All’interno del Museo sono conservate alcune delle opere scultoree più belle della storia dell’arte. Mi fa male al cuore pensare che “Paolina Bonaparte” sia da sola, mentre “Amore e Psiche”se ne stanno in Francia. Povero Canova, poveri figli strappati e separati mentre un intero popolo continua a richiedere indietro solo “La Gioconda”. In ogni caso, penso che possa capitare anche a voi la totale immersione nelle storie mitologiche mentre attraversate le ampie stanze di quella che una volta era una residenza.
Spero che nessuno dei lettori – maschile generico – di questo articolo si possa immedesimare in Proserpina o in Daphne: donne dalla breve fuga, rapite e trasformate da quell’ossessione maschile che il marmo riesce a suggellare idilliacamente. La prima, rapita contro la sua volontà, la seconda inseguita per un frugale atto di lussuria. Stretta e costretta tra le braccia di un uomo, mentre l’altra trasformata in ulivo per poter preservare il proprio candore. Vi è fascinazione nella bravura del Bernini, ma lo stesso non lo si può dire degli atti raffigurati. Nonostante, in ogni caso, si possa riuscire a sentire una stretta allo stomaco nell’osservare come quelle dita riescano ad affondare nel duro marmo, permettendo alla forza di imprimersi in quella che a tutti gli effetti sembra essere pulsante carne.

Forse mi sto dilungando troppo, forse l’unica realmente rapita continuo a restare io, la guida turistica di questo viaggio. Ma non importa, come se fossi il Caronte della vostra anima vi voglio invitare a riflettere oltre che a meravigliarvi. Nella mia testa risuonano le note di Bad Things”, mentre innamorata e affranta continuo il percorso tra quei corridoi. Le opere sono molte, la vista dalle finestre è mozzafiato, e ogni tanto me ne vorrei stare distesa al fianco di Paolina, ma vorrei evitare di danneggiarla come altri hanno già fatto in passato.

Vi è un sacro rispetto che dovrebbe essere mantenuto: “un guardare, ma non toccare” che sembra quasi essere una costante tra queste mura affrescate. Il rispetto, però, è la più alta forma di amore e la nostra contemporaneità ci insegna quanto poco inclini siamo nel darlo. Siamo, comunque, bravissimi a capire quanto questo viene meno nei nostri riguardi, o forse è semplicemente la superbia che ci fa credere di esser bravi in almeno una cosa.

In ogni caso, il nostro viaggio deve proseguire… a meno che non abbiate voglia di perdervi tra i fiori e gli agrumi. Siepi infinite che vi daranno ristoro, ma che allo stesso tempo vi permetteranno di nascondervi da occhi indiscreti. Anche questa volta, alla mente, mi sovvengono diversi episodi di oltraggio al pudore. Villa Borghese si rivela così scandalisticamente interessante che potrebbero quasi usarla come scenografia per la prossima stagione di Bridgerton. Intanto, se siete ancora affacciati da una delle finestre, immaginate di sorprendere un vostro amico mentre abilmente seduce una dolce punzella.

@AidaPicone

Condividi:

Potrebbero ineressarti anche...

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL