Turisti nella Capitale: In attesa di Ognissanti
Terminando la nostra passeggiata “su e giù per la Rambla” di Roma, dirigiamoci verso quei giorni segnati di rosso sul calendario. No, non[...]
Prima di trasferirmi in questa città, mi sono chiesta tante volte che cosa avrei voluto cambiare nella mia vita. La Capitale è stata un po’ la risposta a tutti i miei dubbi anche perchè, essere turisti qui vuol dire innamorarsi. Adesso, mentre continuiamo questo immaginario percorso fatto di vicoli e vicoletti, torno a pormi quella domanda con delle consapevolezze diverse: Mamma Roma mi sta guardando.
Lasciamoci, quindi, alle spalle il buon vecchio Giordano Bruno con tutta la sua eretica consapevolezza e riprendiamo a muovere i nostri arti, un passo dopo l’altro. Questa volta il ritmo che propongo è quello del pop rock, ma solo perché si addice di più al luogo che lentamente ci apprestiamo ad esplorare.
Trastevere, nel corso del tempo, ha visto alternarsi attori e personaggi. Ha fatto da culla alla romanità e ne ha partorito i geni. L’aria di mare che viene sollevata dal biondo Tevere, l’aria fresca che soffia contro lo smog, la rendono il teatro perfetto per le serate romane. Sia che voi vogliate sentirvi un po’ Nino Manfredi o Vittorio De Sica, o ancora un conte, un duca o un principe, queste sono le vie che dovete percorrere. Che voi vogliate dapprima veder Piazza Trilussa oppure fermarvi a prendere una birra al San Calisto, tutto urla movida.
Maledettamene stretti, mani all’interno dei giubbini più o meno pesanti – a seconda del periodo in cui voi vi troviate tra i suoi vicoli – l’unica cosa certa è il suo gran vociare. I muri parlano, non solo grazie ai graffiti o gli adesivi che li imbrattano, ma trasmettono la calda energia della voglia di vivere. Vi sono ansie, paure, gioia e amori che nascono e sfioriscono tra le mura dei suoi locali. Un pensiero che, rapidamente, attraversa la mente insieme alla diversa mescolanza musicale che si alterna porta dopo porta. Da una parte una rumba, dall’altra l’ultima canzone pop, e poi ancora un grido e delle risate.
Trastevere vi farà perdere il senso dell’orientamento e poco importa se avete superato la scritta bar alla vostra sinistra e adesso ci siete finiti casualmente sotto. Qui è tutto circolare, tutto ciclico, tutto eternamente indefinito. Un labirinto che si può respirare perché la salsedine si mescola all’odore del guanciale e a quello del pecorino. La pizza potrebbe persino esser ricoperta di cioccolato, ma un americano potrebbe trovarla altrettanto gustosa.
Fate riposare qualche minuto i vostri passi accomodandovi sulle scale di Piazza di Santa Maria. Qui a seconda l’ora del giorno, si può assaporare il passaggio tra sacro e profano. Dai fedeli che si accalcano all’interno della chiesa, mai personalmente vista aperta, ai mangiatori di fuoco intenti a rendere rovente la notte.
Ridere per ore, ecco cosa vi propongono le mura di questo quartiere. Circostanze che ci inducono in inganno, esattamente come il navigatore che vi ha condotti verso un vicolo cieco. In ogni caso, stiamo cercando di scrivere la nostra storia, nel bene o nel male. Stiamo provando a tracciare il nostro percorso e così le stelle possono solo farci da immaginaria tettoia mentre stringiamo le braccia intorno al nostro corpo per via di una soffiata di umidità.
Ancora una volta, i dettagli qui fanno la differenza. Guardare a terra, in questo caso, è dannatamene utile per evitare di mancare il sanpietrino giusto, ma contemporaneamente non si può far a meno di restare affascinati da quanto caleidoscopiche siano le vie che stiamo percorrendo. Palazzi arancioni con le finestre blu, accanto del giallo e del verde e poi ancora delle piante arrampicanti che ricoprono una facciata in tutta la sua interezza. Per non parlare dei movimenti serali all’Alcazar o di quelli in Piazza San Calisto. Trastevere ha una caratteristica che difficilmente si trova in giro con la stessa facilità: la condivisione.
Così diviene assurdo pensare che tra un filo del bucato ed un altro, si possano fare gli incontri migliori, quelli che ti cambiano la vita. Quasi come se divenisse protagonisti del film che delinea la nostra stessa vita, si smette per qualche secondo di prendere decisioni. Chiudere gli occhi, qui, vuol dire lasciarsi travolgere dall’amore. Toccando il marmo dei monumenti diviene possibile sentire la vita di altri attraversare la propria pelle.
Riaprire gli occhi vuol dire rendersi conto dell’addio al celibato o al nubilato che si sta svolgendo a pochi centimetri da noi. Vuol dire incontrare degli occhi che non si dimenticheranno mai. Significa sorridere con un nuovo leggerissimo peso posato sul petto.
Terminando la nostra passeggiata “su e giù per la Rambla” di Roma, dirigiamoci verso quei giorni segnati di rosso sul calendario. No, non[...]
Stiamo un po’, idealmente, continuando il nostro viaggio sul tram 19. In maniera frenetica, non regolare, saltando da una fermata all’altra perché ogni[...]
Per la prossima meta del nostro viaggio immaginario restiamo nei pressi di ciò che vi ho già descritto. In un certo senso, se[...]
Il viaggio che stiamo continuando ad affrontare ha mete e luoghi ben prestabiliti. Vi ho già parlato di come, in questo periodo, la[...]
Dopo il giro sul tram 19, una fermata è quasi d’obbligo. Nella speranza di poter augurare dei felici Hunger Games agli accreditati –[...]
Se, da una parte, il nostro viaggiare per le vie di San Lorenzo non è ancora terminato; dall’altra, verso Scalo, si sente arrivare[...]
La precedente tappa ci ha portati in una sorta di Terra di Mezzo: quasi un luogo della perdizione che non tutti conoscono o[...]
Spostiamoci dal centro e facciamo di necessità virtù. La tappa di oggi è tra le meno turistiche e le più “residenti” che si[...]
Mi sarebbe piaciuto trattenermi un po’ di più all’interno del quartiere di San Lorenzo, ma ancora una volta sento che il tempo non[...]
Concedetemi di usare tutto il mio black humor per farvi percorrere le vie di questa nostra nuova tappa. Dopo l’incubo a luci rosse[...]
Il titolo di questa tappa vi vuol condurre in inganno. Un piccolo gioco di parole che vuol mettervi dell’umore giusto per poter affrontare[...]
Le tappe che vi sto facendo percorrere con quest’ultimi articoli sono meno consequenziali di quando non siano state in passato. Nonostante non siano[...]
Le strade che percorreremo oggi sono state condotte dalla sottoscritta un po’ troppe poche volte. Non sono luoghi facili da raggiungere, i mezzi[...]
La precedente tappa ci ha permesso di poter iniziare l’esplorazione di un piccolo e alternativo stato presente all’interno del territorio di Roma. La[...]
Una delle cose che, da quando mi sono trasferita nella Capitale, mi è stata rinfacciata e chiesta da mio padre è: “in tanti[...]