Turisti nella Capitale: I poteri forti
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La cacofonia, i profumi, i colori, tutto di Trastevere ci fa perdere la testa. I sorrisi, le risate, gli sguardi, un caldo che mai avreste pensato di poter provare sulla pelle. Siate turisti nella capitale col vostro gin tonic e preparatevi al ritmo perché, come ho raccontato nel precedente appuntamento con questo viaggio immaginario, innamorarsi per le vie disorientati di questo quartiere è dannatamente facile. Le avete sentite le farfalle nello stomaco? Io le avverto tutte le volte che alzo gli occhi verso il cielo stellato mentre stringo tra le mani l’ennesimo cocktail della serata. L’umidità la fa da padrone, ci si incolla addosso, vi avevo già avvisati. Lasciare andare quelle vie è dannatamente complicato, dannatamente difficile. La flora e la fauna sono quasi stagionali e, così, vi renderete conto di quanto quelle stesse mura possano essere camaleontiche è suggerire diverse emozioni a seconda del periodo in cui le visitiate.
In ogni caso, non siamo qui per tornare sui nostri passi o per restare fermi a contemplare gli effetti che la pelle d’oca ha sulla nostra psiche. Ci sono altri lidi verso la quale dover migrare, altri passi da dover percorre e altri chilometri da dover mangiare.
Vi ho parlato di Piazza San Cosimato, così come ho già accennato al Cinema Troisi e alle iniziative che caratterizzano la stagione calda. Tra un calesse e l’altro, però, il consiglio è quello di allungarsi verso il mercato di Porta Portese. Del resto, se vi capita di fare after siete già nel posto giusto al momento corretto. Nei differenti cambi che Roma ha, durante l’arco della giornata, vi renderete conto di quanto effettivamente possa cambiare volto. La nostra Capitale è come una tenera amante: capricciosa, volubile, testarda e dannatamente romantica. Persino col suo vociare riesce a rapirvi il cuore e a trascinarvi sul fondo del suo fiume.
Se, quindi, da una parte ci ritroviamo ebbri di amore pronti a compiere follie cavalleresche in nome di questo sentimento, dall’altra possiamo cedere al mero capitalismo e lasciarci affascinare da chi ha l’offerta migliore. Il mercato che si apre davanti ai nostri occhi, pieno di colori, di cartelli, di passi tintinnanti, è uno dei luoghi più vitali nelle ore più mattutine. L’affare del secolo è dietro l’angolo, ma come per ogni cosa bella è necessario dover scavare. L’immersione è l’unica via di fuga. In un certo qual senso è come se vi stessi costringendo a diventare Alice e a tuffarvi a capofitto in una tana, non quella del Bianco Coniglio, ma in quella fatta di stoffe e cianfrusaglie a un euro.
Quando i vostri portafogli saranno leggeri come i vostri cuori, solo all’ora, si potrà proseguire col nostro viaggiare. Da Trastevere a Testaccio la via è breve, è necessario superare semplicemente il Cimitero Acatolico. Il consiglio resta quello di lasciare il passo alla curiosità e di addentrarvi come esuli all’interno di quelle mura monumentali. All’ombra della Piramide, infatti, si nascondono le spoglie di chi attraverso la sua arte ha fatto della nostra Capitale il rifugio eterno della propria anima. Nonostante qui poco si abbia a che fare con la religione cristiana, ci si renderà presto conto di quanta sacralità ci sia nel votarsi all’arte. Keats e Proietti sono solo alcuni degli individui a cui potrete far visita. Letti eterni di nomi scritti nell’immortalità della memoria umana. Perché romanticamente possiamo sorvolare su quanta poca memoria storica possediamo, cercando di suggellare – anche se involontariamente – i nostri ricordi attraverso la passione di terze persone.
Come dicevo, però, se l’ora si è fatta tarda; possiamo proseguire avvicinandoci al quartiere in cui la musica alta è la reale protagonista. Qui la testa gira, le farfalle si spostano dallo stomaco e invadono le orecchie. Il battito del cuore si adatta al ritmo dell’insonnia, mentre si cerca di entrare in questa o quell’altra discoteca. Le luci brillano più delle stelle, il cuore scalpita e vi prometto che osserverete tutto con occhi diversi.
Sia se decidiate di entrare in un locale piuttosto che un altro, sia se voi vogliate andare all’ex mattatoio, qui respirerete la vita. Giovani speranze che restano appese, giovani aspettative che hanno il sapore di illusioni. Che sia il palco della vita, che siano le strobo dell’esistenza, che sia il riflettore dell’eternità, lasciatevi guidare solo dai “si” dell’eternità. Impedite agli altri di guidare i vostri passi, muovetevi al ritmo del vostro stesso respiro e, perché no, affondate qualche brutto pensiero sul fondo di un gin tonic… la notte è nostra e il nostro viaggio continua.
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