Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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Alcuni di voi, con buona probabilità, stanno ancora cantando un ritornello al di fuori delle aule universitarie. Altri sono nuovamente pronti ad imbracciare il proprio zaino e la propria borraccia per riprendere il nostro immaginario viaggio. Però, seguendo l’umore che aveva già caratterizzato la precedente tappa, questa volta vi dico che essere turisti nella capitale vuol dire saper valutare.
Che voi siate arrivati a Roma per lavoro o per studio, poco importa. Siete qui per restare. Vi è, infatti, una piccola e sottile differenza tra chi viene per poter soggiornare solo per un breve periodo e chi invece coscientemente sceglie di convivere con questa città. Saper valutare, quindi, diviene un sorta di super potere perché dovrete barcamenarvi tra centinaia di siti, di agenzie e di annunci per poter trovare il vostro tetto sulla testa. Quel posto da poter definire casa, quello in cui dovrete provare a sentirvi al sicuro e nel quale dover sopperire alla nostalgia. Diviene necessario dotarsi si spirito di osservazione così da poter notare il principio di muffa che il padrone di casa a cercato di nascondervi. Inoltre, dovrete diventare degli esperti criminologi per cercare di capire se il vostro futuro coinquilino ha o meno tutte le rotelle al posto giusto.
Un affitto non è semplicemente la scelta del dove poter o meno poggiare le vostre natiche, ma diventa ben altro. Ringrazierete di non essere a Milano e capirete la poca importanza che qualche crepa sul muro possa avere. Le bollette vi prosciugano il conto, mentre state decidendo se mangiare pasta al sugo o al tonno. Trovare del tempo per voi stessi diviene una missione utopica mentre questo o quell’altro coinquilino vi occupa la lavatrice o il vostro angolo del frigo. Mamma non vi può più rifare il letto, papà non vi può più riparare la caldaia se va in blocco mentre siete sotto la doccia. L’inquilino del piano di sotto diventa il vostro acerrimo nemico e dovete cercare di non farlo diventare l’occhio di Sauron mentre vi chiede di volare per poter raggiungere la vostra stanza percorrendo il corridoio del vostro appartamento. Tutto diventa ostico, ostile, cattivo.
A questo punto, il criterio di valutazione diviene l’unica arma in vostro possesso per non farvi incattivire a vostra volta. L’occhio più attento vi permette di valutare chi avete davanti la tipologia di individui che incontrate lungo il vostro cammino. Vi posso assicurare che dovete far appello a tutta la vostra più pura filosofia di vita per non lasciarvi abbattere dalle difficoltà. Io, nel corso del tempo, personalmente ne ho viste delle belle.
Tra coinquilini poco raccomandabili e disadattati, ho condiviso la mia stanza con soggetti più o meno affini alla mia persona, ho avuto modo di vedere come il comportamento di flora e fauna in Erasmus.
Ho occupato l’appartamento di amici perché nel mio stavano facendo dei lavori di ristrutturazione.
Ho provato persino l’esperienza di vivere in campeggio nel mio stesso appartamento mentre ce ne stavamo qui dentro senza possedere un bagno o un piano cottura.
L’affitto vi forma, vi tempra, e vi permette di poter capire come poter godere delle piccole cose. Le difficoltà che dovrete superare, le corse del mattino per poter prendere l’autobus mentre questo vi chiude le porte davanti, o il restare incastrato per delle ore in ascensore. Il vicino di casa che vi appella, urlando dalla finestra, con epiteti poco carini perché non vuole che voi emettiate un sol fiato superate le 21. Non lo paragono al Vietnam, ma fidatevi quando vi dico che qui è necessario fare appello ad ogni più piccola briciola della vostra pazienza.
Solo quando trasformerete la vostra dimora nel remake del signore delle mosche, perché avete dimenticato di gettare via l’umido e ve ne siete andati per qualche giorno, allora vi sarete meritati sul serio la medaglia di turisti nella capitale. Saper valutare, infatti, è necessario perché si deve scendere a compromessi. Ogni convivenza, che sia con altri individui o con la vostra stessa città, vi fa capire quanto importante sia venirsi incontro.
Riuscire a trovare un punto che possa metter fine a dubbi e domande. Una delle missioni è trovare chi mette a posto la cucina senza dover fare i turni. Cucinare una volta tu e una volta l’altro, ricordando che il commensale successivamente dovrà lavare le stoviglie. Tenere a mente tutti i più piccoli particolare vi conferirà le doti necessarie per poter riuscire ad esplorare questo luogo con altri occhi. Nella speranza che voi non andiate a fare visita al CIM perché per la millesima volta stanno facendo dei lavori di ristrutturazione in un qualche appartamento del vostro condominio.
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