Turisti Nella Capitale: Colpiti e affondati
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Questa è una tappa che potrebbe trarvi un po’ in inganno. Un punto fatto e finito per potermi prendere gioco dei miei amici, quei pochi che ancora non sono riuscita a convincere della verità. Se, infatti, precedentemente abbiamo percorso i passi della nostalgia, questa volta ripercorriamo quelli storici. Oggi essere Turisti nella Capitale vuol dire osservare le Terme Romane, senza però poterne godere dei benefici.
Molti dei miei amici non romani, difficilmente, si sono convinti dell’attuale natura di quei posti di cui resta solo la nomea. Cercando, quindi, di smontare la loro idea di partenza; nel nostro presente di Diocleziano e Caracalla non ne restano altro che le rovine. Siti adibiti ad altre funzioni, ma che suscitano interesse e curiosità.
Il Museo Nazionale Romano, visitabile praticamente tutto l’anno, mostra tutta la magnificenza dell’Impero Romano. La sua istituzione, in quanto polo museale, risale al 1870 poco dopo l’unità d’Italia. Il suo utilizzo era già stato adibito a magazzino per poter cercare di contenere le meraviglie del mondo antico che vengono riesumate ogni qualvolta inizia uno scavo a Roma. Se, infatti, vi state chiedendo come mai ci vogliano anni per poter costruire una singola tappa della metropolitana qui troverete la risposta. Ogni singolo lavoro sotterraneo rivela reperti e luoghi nascosti alla nostra modernità. Domus romane sotto lo strato di case e viuzze. Oggetti di uso quotidiano all’ora che manifestano la bravura e la sapienza dell’uomo che ha calpestato prima di noi quella terra.
L’ingresso non è poi troppo lontano dalla stazione Termini, anzi vi basterà uscire su piazza dei Cinquecento e attraversare la strada per poter accedere ai suoi cancelli. Il consiglio è quello di osservare con attenzione il modo con cui le pietre sono state piegate dal tempo. Guardare con minuzia i diversi ingressi, accedere al museo da piazza della Repubblica piuttosto che da Termini. Se doveste uscire da questo luogo durante l’ora del tramonto, avrete modo di vedere gli ultimi caldi raggi del sole che scendono sulla nostra Capitale. L’illuminazione è quasi magica mentre, infondo a via Nazionale, lanciando lo sguardo oltre la fontana al centro della piazza, vi sarà possibile osservare il profilo dell’Altare della Patria che vien salutato dal giorno.
Ripercorrendo alcuni dei passi che abbiamo già fatto, ci dobbiamo nuovamente recare nei pressi del Circo Massimo. Voltando le spalle alle sue rovine, percorso il lungo viale che si estende sotto il nostro sguardo, si arriva alle Thermae Antoninianae. Fu Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla, figlio di Settimio Severo, che inaugurò l’edificio centrale nel 216 d.C.
Qui la maggior parte dei passatempi dell’epoca prendevano vita: dallo sport alla cura del proprio corpo, allo studio e all’attenzione per la propria mente. La dedizione alla salute di allora si manifesta attraverso il riutilizzo attivo di questi siti. Un luogo storico, senza alcun dubbio, ma che ancora adesso racchiude l’amore per la cultura sopra ogni altra cosa. Dalla semplice e curiosa visita storia, alla frequentazione occasionale per un concerto o per la pura e semplice condivisione. Per me che sto scrivendo questo articolo è assolutamente affascinante come, molto spesso, si sia puntato a preservare almeno la più nobile delle funzioni dei luoghi storici.
Quindi si, forse qui non ci si godrà il relax convenzionale che sovviene nel ricordare le terme, ma si preserva l’importanza della memoria e della cultura. Toccare e calpestare quelle pietre, percorrere quella pianta rettangolare e ricordare diventano armi potentissime messe alla mercè di tutto. È necessario ricordare chi siamo stati per non replicare gli errori del passato. Del resto, alcune delle Muse romane erano proprio memoria e ispirazione. Argomenti che, in questo secolo, vengono fin troppo trascurati in funzione della brevità. Di conseguenza, cerchiamo di evitare l’erosione della nostra memoria e della nostra attenzione concedendoci un po’ di spazio e di tempo all’interno di questi posti.
Musica, risate, gioia e storia, le nuove muse che dovrebbero governare la nostra quotidianità. Attimi e momenti unici e irripetibili che il più delle volte tralasciamo in funzione del tedio e dell’oscurantismo che pervade lo scorrimento verso l’alto dei nostri pollici.
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