Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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Per la prossima meta del nostro viaggio immaginario restiamo nei pressi di ciò che vi ho già descritto. In un certo senso, se siete saliti sul tram 19, avete già avuto modo di poterne ammirare l’esterno e di poter godere dei suoi manifesti. Non troppo lontano dall’Auditorium Parco della Musica, un tratto che è percorribile anche a piedi nonostante non sia del tutto confortevole a causa del traffico, si trova Villa Giulia. Siamo al capolinea del tram 3, quello che collega l’inizio di Roma Nord a Trastevere nonostante passi per le vie del centro e quelle universitarie. Lo spettacolo che si apre ai nostri occhi ci costringe a diventare turisti nella capitale muovendoci tra Romani ed Etruschi.
Che la popolazione laziale antica fosse fatta di conquistatori e conquistati penso che lo sappiano un po’ tutti. Tantissime sono le società che, nel corso del tempo, si sono susseguite e precedute. Nell’ottica del “Dividi et Impera” si deve, però, riconoscere un grande pregio ai Romani: la capacità di inclusione. Quando una terra veniva conquistata, i suoi luoghi venivano convertiti e adibiti alle funzionalità che divenivano parte integrante delle abitudini di chi veniva conquistato. Un modo per poter riuscire a integrare passato e presente quasi come se potesse essere meno doloroso.
All’interno di questa ottica, lo spiazzale in cui vi sto conducendo riesce a coniugare perfettamente questa idea. Da una parte è possibile visitare il Museo Nazionale di Arte Moderna, dall’altro vi è un proseguo di Villa Borghese, mentre davanti a noi si aprono i cancelli della già citata Vialla Giulia. Qui prende vita l’ETRU, il museo nazionale etrusco, che custodisce i ritrovamenti avvenuti nel territorio laziale.
Il biglietto costa in media 12 euro, ma vi consigliamo di visitare il loro sito per poter avere accesso a tutto il tariffario. Al suo interno, lo devo confessare, c’è uno dei ritrovamenti che da sempre mi affascina particolarmente. Sarà colpa del libro di storia, così come quello di storia dell’arte, ma la tomba dei due amanti mi ha sempre colpita. Pensate a quanto debba essere grande un sentimento per scegliere di voler stare insieme per tutta L’Eternità. Un gran bell’impegno, non credete? C’è chi divorzia con una tale facilità al giorno d’oggi che sembra davvero complicato poter immaginare di scegliere lo stesso tumulo. Non so se è il mio cinismo a parlare o una criticità degli eventi che si susseguono nella nostra modernità. In ogni caso, Villa Giulia è il luogo perfetto in cui potersi perdere e immaginare una vita altera.
Sembra quasi facile pensare a come oggetti che dapprima erano di uso comune, adesso sono divenuti simbolo di una cultura che è stata spazzata dal tempo. Ci pensate mai? Tra mille anni persino le cose che per noi sono scontate e obsolete, in realtà, saranno oggetto di studio. Va, però, ammessa la nostra incapacità a ricordare e a sfruttare la nostra memoria storica, rendendo tutto maledettamente ciclico.
Come vi dicevo, questa è una passeggiata tra romani ed etruschi, di conseguenza diventa quasi necessario osservare anche che piega sta prendendo la nostra modernità. Entrare al Museo di Arte Nazionale Moderna ci spinge a ragionare al di fuori degli schemi. Per lungo periodo ci sono state delle mostre che fossero legate al concetto di tempo e al suo passaggio, di conseguenza viene facile pensare a quanto obbligato sia il passaggio che vi sto facendo compiere. Passato, presente e futuro che si fondono in un unico concetto: il moderno. Come se esistesse davvero un prima e un dopo e non lo avessimo, semplicemente, inventato sintatticamente.
In ogni caso, anche qui, tra fotografie, opere di grandi artisti e spine di rose, l’idea è quella di perdersi nei meandri del nostro pensare. Guardare il nostro riflesso, entrare all’interno del concetto stesso di arte e capire quanto siamo noi stessi quelli capaci di dar forma al mondo.
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