Una giornata per non dimenticarsi di riciclare | Roma.Com

Una giornata per non dimenticarsi di riciclare

È stata istituita per ricordare l’importanza del riciclo e da ben 5 anni è considerata come una giornata mondiale. Ma come riciclavano un tempo i romani?

Una giornata in onore del riciclo

Da sempre il riciclo è un tema che tutti hanno a cuore e che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante. È sempre stato fondamentale mantenere il benessere del pianeta ma con il passare del tempo è diventato qualcosa di sempre più difficile.

Ogni giorno viene consumata una grande quantità di risorse e materiali che spesso al termine dell’uso viene gettata in una discarica o peggio ancora nell’ambiente esterno. Tutto ciò è dannoso per il pianeta ma anche per chi lo abita, e anche per questo motivo da ben 5 anni il 18 marzo è considerato la Giornata Mondiale Del Riciclo. I primi a istituire questo giorno sono stati gli americani, con lo scopo di ricordare a tutti l’importanza del riciclo e i suoi effetti benefici.

Il riciclo dei materiali infatti non solo permette di aiutare il pianeta ma anche a risparmiare, il che non guasta.

Uno stimolo per sviluppare le città

Molti potrebbero pensare che il riciclo sia qualcosa che nasce solamente nell’epoca industriale, ma in realtà anche i popoli antichi riciclavano i loro materiali. Anche per loro non era facile smaltire i rifiuti oppure riciclarli. Per questo motivo infatti avevano realizzato un sistema efficiente di smaltimento dei rifiuti che potesse risolvere il loro problema e contribuire poi allo sviluppo delle città.

Gestivano ad esempio i rifiuti liquidi attraverso degli impianti sotterranei e inserivano i solidi nelle discariche. Queste venivano costruite fuori dalla città per impedire ai cattivi odori di entrare nelle case. Ai tempi dei romani poi già esisteva la figura dello spazzino e del netturbino, che raccoglieva i rifiuti e garantiva la pulizia della città.

Con il tempo erano state poi create delle leggi che impedivano alle persone d’inquinare l’ambiente con i propri rifiuti, siano essi naturali oppure artificiali.

I romani poi sfruttavano ogni occasione possibile per poter riciclare i materiali e poterli riutilizzare più volte. Per esempio usavano i rifiuti organici come cibo per gli animali oppure come concime, un po’ come si fa ancora oggi nelle campagne.

Prendevano poi le lastre di marmo e i mattoni e li riutilizzavano per riparare i pavimenti. Fondevano invece gli oggetti di metallo e di vetro per poterli poi lavorare e dare una nuova vita a degli oggetti.

Il materiale che però usavano maggiormente per il riciclo era però il coccio dei vasi. Le anfore in frantumi servivano spesso a riempire gli spazi vuoti dei muri, oppure si usavano addirittura come delle latrine.

Anche le anfore intere venivano riciclate. Una volta aver svolto la funzione per la quale erano state costruite, venivano utilizzate nuovamente finché non si rompevano.

Un problema che è tornato a essere fondamentale

Probabilmente i romani riciclavano quindi molto più di quanto noi facciamo oggi. Tuttavia però con la caduta dell’impero le cose sono cambiate. Il problema dello smaltimento dei rifiuti era stato per secoli dimenticato e ovunque si trovava dell’immondizia. Ciò non giovava per niente alla gente che si ammalava sempre più facilmente o che probabilmente costruiva degli edifici dai piani alti per evitare i cattivi odori.

Fortunatamente però con l’avanzare dell’epoca industriale il problema del riciclo è tornato a essere primario e ora è stata istituita la Giornata Mondiale per mantenerlo tale.

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