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Volcanalia era un’antica festività dedicata al dio del fuoco e dei vulcani, Vulcano. Si celebrava il 23 agosto ed era un modo per assicurarsi la protezione della divinità. Ma in cosa consisteva?
La Volcanalia era un’antica festività romana, che ogni anno, nella giornata del 23 agosto, celebrava Vulcano, il potente dio del fuoco.
Per i romani rappresentava un momento particolarmente solenne, dato che il dio Vulcano era molto importante per loro. Era il patrono dei cuochi, dei fornai e dei fabbri, ma anche una divinità molto pericolosa, dato che la sua ira era distruttiva. Anche per tenerlo a bada i romani celebravano infatti questa festa in suo onore.
Poichè la Volcanalia era una festa dedicata a Vulcano, era tradizione celebrarla nei pressi del luogo di culto a lui dedicato. I rituali in suo onore si svolgevano infatti in Campo Marzio, a pochi passi da un tempio nel quale il dio veniva venerato.
Per i romani erano talmente sacri, che era stato addirittura nominato un sacerdote per santificarli appositamente, il cosiddetto flamine vulcanale.
Poichè Vulcano era un dio dalla potenza distruttiva, i romani lo elogiavano molto, con lo scopo di mantenerlo benevolo nei loro confronti. Lo riempivano di lodi e nella giornata del 23 agosto gli dedicavano dei giochi, che si svolgevano al Circo Flaminio, nei pressi del tempio a lui dedicato.
Praticavano poi un particolare rituale, che consisteva nell’appendere gli abiti e le stoffe al sole. Ciò fa pensare che associassero la divinità al dio Sole.
La cosa però non stupirebbe, dato che veniva fatto di tutto pur di scongiurare la sua rabbia. Temendolo molto, i romani addirittura arrivavano a definirlo come dolce, benevolo e tranquillo, proprio per evitare una sua reazione. Facevano davvero di tutto pur di tenerlo calmo.
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