In barba a tutto, il nuovo show televisivo di Luca Barbareschi
14 Giugno 2021
«Torno in televisione perché sono un onnivoro di spettacolo e perché se ogni tanto non faccio l’artista mi deprimo.» Con queste parole Luca Barbareschi – attore-produttore – apriva la conferenza stampa di debutto del late show In barba a tutto. Nomen omen. Era l’aprile 2021, otto puntate dopo possiamo confermare, «in barba a tutto»: una predizione.
Ironia e curiosità hanno colorato la primavera di Rai 3. Temi avvincenti, molto discussi ma poco discutibili; Barbareschi affronta il campo minato del perbenismo, avvalendosi di una kermesse di ospiti eruditi, conduce il dialogo sfiorando i capisaldi della morale senza cadere nel moralismo.
L’arte dell’intrattenimento gioca un ruolo fondamentale nel risveglio dal torpore morale che impera nel media televisivo. La provocazione come prevaricatrice esuberante per determinare uno status. In barba a tutto. Monologhi, performance, rubriche, musica: scandiscono sapientemente il ritmo della trasmissione – momenti di passaggio determinanti per la fruizione della quota artistica di Luca Barbareschi; a fare da sfondo alla regia di Stefano Vicario un loft newyorkese dallo stile underground.
«Per proporre contenuti innovativi bisogna osare. Un talk contro la banalità e il politically correct “il tumore nella mentalità occidentale” […] Basti pensare alle regole dell’Academy Award, che obbliga a inserire nei propri film un 30 per cento di attori nani, persone Lgbtq e via dicendo. Pensate a un film sulla Seconda guerra mondiale. Durante lo sbarco in Normandia i nani sarebbero affogati a pochi metri dalla riva. Con la mentalità di oggi avremmo chiuso in carcere anche Michelangelo. Vorrei far tornare un po’ di luce in questo mondo.»
In barba a tutto ridisegna i confini della tolleranza ironica grazie alla fluidità di scrittura del format, indispensabile nella decostruzione del perimetro impostoci dal politicamente corretto.
Bilancio. Una media share di oltre un milione di telespettatori ha premiato il late show, riconfermato dalla Direzione Rai per la prossima stagione televisiva. Parola d’ordine: ironia.
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