Caricamento...

Nudes, la serie tv sul revenge porn

foto di: Immagini prese dal web

Rai Play apre il sipario a Nudes, adattamento italiano dell’omonimo teen drama norvegese.

Tre protagonisti diversi per tre storie accomunate da un’unica matrice: il “revenge porn”. Vittime o carnefici, i giovani portano in scena la soggettiva adolescenziale sul reato in ascesa degli ultimi anni.

 

L’Accademia della Crusca ha suggerito la parola «pornovendetta» per definire la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Il Revenge porn implica una corrispondenza etimologica con la prospettiva di ritorsione, vendetta.

La serie evidenzia con coraggio il frammento superstite del punto di rottura: un tratto microscopico in cui penetra uno spiraglio di candore adolescenziale. I tre protagonisti sono estranei alla vendetta, ma altamente coinvolti nel vortice doloso; Nudes mostra al pubblico i

valori e le virtù fluttuanti e volubili dei giovani. La linea d’ombra fra adolescenza ed età adulta è un sentiero tenebroso, il più delle volte approssimato per eccesso e incautamente rifilato della facoltà d’azione e di pensiero – consistenti consapevolezze che fanno capo alla maturità dell’individuo. I giovani, figli di una consentita leggerezza, sono oltremodo condannati a pene esemplari.

 Nudes si fa strada tra le implicazioni di un gesto inconsulto.

«La macchina da presa è sempre sulla loro pelle, sulle loro emozioni forti, dissonanti e a volte fragili e ingenue. Siamo stati stretti sugli sguardi e le paure reali di tutti i nostri giovani attori (molti dei quali alla loro primissima esperienza) seguendo le sceneggiature ma anche lasciando loro la libertà di speri- mentare e improvvisare. Con questo metodo di lavoro ho cercato di portare sullo schermo una verità che appartiene a queste generazioni, che travalica una mera messa in scena delle storie.» Laura Luchetti, regista di Nudes.

 

Uno studio del 2018 dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza in collaborazione col portale skuola.net ha rilevato che il 6% dei giovanissimi fra gli 11 e i 13 anni invia abitualmente proprie immagini a sfondo sessuale per via telematica.

Rai Play conferma l’impegno educativo a tutela dei giovani. Una diffusione – più che lecita – di una cultura consapevole.

 

 

Sara Matteucci