Un belvedere "filosofico" e nascosto di Roma
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Roma, un nome, mille storie, ma anche tanti appellativi! Sapete quali sono? Ne conoscete altri oltre quelli proposti?
Roma non è solo la città dei mille monumenti, degli infiniti patrimoni artistici e delle bellezze sconfinate. Roma è anche la città dei numerosissimi appellativi. Per anni, infatti, personaggi, poeti e studiosi hanno soprannominato, questa città, utilizzando i più disparati nomi. Non ultima, l’accezione di “Amor“, probabilmente per via del suo innato romanticismo. E, sebbene l’origine del nome sia piuttosto dubbia, quella dei vari epiteti sembra essere, invece, abbastanza certa.
Ma quali sono state le denominazioni più famose attribuite alla capitale? Vediamole insieme e partiamo dalla prima: Urbs/Urbes, termine latino con cui si designavano le città. In questo senso, Roma era l’Urbe per eccellenza, per antonomasia. Insomma, se si parlava di una “città“, quella città era Roma, senza ma e senza forse. Immancabile, poi, la definizione di Caput fidei, sempre dal latino, “capitale della fede” o Città Santa. Nominativo, questo, abbastanza semplice da comprendere, se non altro per la funzione secolare di Roma come sede principale del potere della Chiesa cattolica (vedi il papa e vedi il Vaticano). Una prospettiva confermata, inoltre, dall’esistenza della via Francigena, ovvero la strada che, dal nord Europa, portava i fedeli dritti a Roma; da qui, per chi voleva, a Brindisi e poi alla Terra Santa.
Più curioso, invece, il nome di Città dell’acqua o regina acquarum. Un nome che, sebbene apparentemente possa sembrare strano, a guardar bene la storia della città e, senza andare troppo lontano nel tempo, la sua attuale composizione urbanistica, si mostrava tuttavia conforme, non solo nella presenza degli acquedotti e delle fontane, ma nella presenza del fiume Tevere, simbolo di Roma e protagonista, in diverse epoche, della sua florida economia commerciale. Molto conosciuto, al contrario, l’appellativo di Caput mundi, “capitale del mondo“, dovuto sì alla potenza antica dell’Impero romano, che fece di Roma una delle città e delle culture più influenti della storia, ma anche alla centralità della sua posizione, in Italia, nel Mediterraneo e nel mondo. Un nome che, tra l’altro, era stato estrapolato da una frase del Pharsalia di Marco Anneo Lucano. Stiamo parlando delle parole: «Ipsa, Caput Mundi, bellorum maxima merces, Roma capi facilis», «la stessa Roma, capitale del mondo, la più importante preda di guerra, agevole a soggiogarsi».
Infine, altrettanto nota, la definizione di Urbs Aeterna, cioè l’immagine della città come immortale, avulsa dallo scorrere del tempo, in poche parole: eterna. Un appellativo celebre sia tra le fila del popolo, sia tra le schiere di molti poeti. E, infatti, fu proprio merito di uno di questi, se per la prima volta Roma venne definita eterna. Nello specifico, di una proposizione, del Libro delle elegie, di Albio Tibullo che scriveva, «Romulus aeternae nondum formaverat urbis / moenia», tradotto: «né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell’Eterna Urbe». Nonostante, questo concetto di eternità, nel corso del tempo venne fatto risalire all’imperatore Adriano. In particolare, ad alcune sue profetiche parole: «Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. […] Roma vivrà, Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini». Attribuzione, questa, poi rivelatesi errata, perché la frase era stata scritta nel ‘900, e certo non da un imperatore, ma da Marguerite Yourcenar, nel suo romanzo “Memorie di Adriano“! In un’epoca, cioè, in cui “Roma città eterna” era già in uso già da secoli.
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