Turisti nella Capitale: il cuore dei gattari
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Non posso appropriarmi totalmente della paternità di questo articolo, il primo di una rubrica che ha la missione di farvi respirare, vedere e sentire Roma. Il suggerimento è arrivato da un amico torinese innamorato, come me, della Capitale. La sua musica, del resto, mi ha spinto a valutare l’idea di “riscoprirsi” turisti della propria città, della propria realtà. Così, mentre nelle orecchie ho le parole de “Il Solito Dandy”, non posso fare a meno di innamorarmi ancora una volta.
La Capitale italiana, con pregi e difetti, resta uno dei più bei luoghi nel quale una persona possa perdersi. La colpa va attributiva alle sue strade, i suoi rumori, il suo traffico e i suoi odori. Se ci si ferma, anche solo per un secondo col naso all’insù, ci si può rendere conto di quanto ti possa appiccicare addosso la sua essenza. Non è semplicemente un “MO” o un “DAJE” a fare la differenza, ma anche la pazienza che ti richiede per imparare ad amarla. E non è forse questo il più grande dei segreti per una relazione di successo? La pazienza…
Perché si, Roma ti richiede attenzioni e cura esattamente come lo farebbe la tua dolce metà, indipendentemente dal genere di appartenenza. Allo stesso tempo, però, sei tu stesso che masochisticamente vorresti garantire quello stesso stato di cura. Non importa più della metro che non passa, del dover uscire un’ora prima per fare solo un percorso che in linea d’aria né richiederebbe la metà. Non importa, perché il battito del tuo cuore si allinea al suo semplicemente schiudendo gli occhi.
Così ti perdi tra le vie di Trastevere, oppure ti soffermi a guardare il Cupolone e sospiri. Inspiri l’aria densa di salsedine, nonostante tu sia in pieno centro. Ti perdi tra le luci estive dell’Isola Tiberina, cammini sui sanpietrini e magari prendi anche una storta perché sei stato troppo tempo col naso all’insù. Solo così riesci a darti, effettivamente, la possibilità di riscoprire la meraviglia della storia che la caratterizza.
Ti perdi, ma ritrovi te stesso. Rallenti pur correndo, osservi e guardi incurante di chi ti sta vicino.
Roma chiede, richiede e dona.
Poesia, musica, cinema, arte e scultura, tutto concentrato in un museo a cielo aperto. Diventa quasi possibile scorgere una statua del Cristo che si muove tra le nuvole, così come puoi sentire il richiamo di una sirena che ti spinge ad entrare in una fontana. Tu, però, in quella stessa fontana lasci andare qualche spiccio nella speranza di poter far avverare qualche tuo intimo sogno; con l’idea che tu possa nuovamente metter piede in quel luogo.
Qui, tra suoni e immagini, inizia il nostro viaggio insieme per la città Eterna. Una fabbrica di sogni che con la sua cruda verità ha ispirato le grandi anime che sono state in grado di coglierne le contraddizioni così come la bellezza.
@AidaPicone
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