Il tempio di Saturno, la sua storia e cosa è visibile ancora oggi
20 Agosto 2022
Ai piedi del Campidoglio sono visibili i resti del Tempio di Saturno di età repubblicana, sede dell’erario di Stato e luogo di culto durante i Saturnalia: la storia di uno dei luoghi simbolo della Roma antica
I Saturnalia, feste in cui il tempio era il centro
Il tempio di Saturno fu edificato nel Foro Romano a Roma nei primi anni dell’età repubblicana e subì numerosi restauri fino al tardo IV secolo. Si trova ai piedi delCampidoglio. Consacrato nel 497 a.C., il Tempio di Saturno è il più antico luogo sacro di Roma dopo il Tempio di Vesta e quello di Giove. Sede del tesoro di stato, il tempio conteneva una statua di Saturno che veniva riempita di olio e avvolta in bende di lana. Durante i Saturnalia, le festività che si tenevano dal 17 al 23 dicembre, le bende venivano tolte, si teneva un banchetto pubblico e in quei giorni l’ordine sociale basato su padroni e schiavi veniva sovvertito e i padroni si mettevano servizio dei loro schiavi al momento dei pasti.
La sede del tesoro statale
Nel tempio si conservava il tesoro statale di cui si occupavano i questori, gli archivi dello stato, le insegne e una bilancia per la pesatura ufficiale del metallo mentre il podio del tempio era utilizzato per l’affissione di leggi e documenti pubblici. Ha subito due ristrutturazioni, dopo il bottino di guerra preso in Siria e dopo l’incendio di Carino del 283 d.C. con i resti attualmente visibili dell’edificio appartengono sia a questa fase con i fusti di colonna in granito grigio e rosa e i capitelli ionici a quattro facce.
Cosa rimane oggi
La trabeazione è costituita da elementi di reimpiego: il fregio-architrave mostra l’originaria decorazione mentre il retro fu rilavorato per accogliere la nuova iscrizione di dedica, che ricorda la ricostruzione dopo un incendio e a causa dell’ampliamento i blocchi della trabeazione vennero integrati con blocchi più piccoli, posti al centro di ciascun capitello. La facciata orientale del podio mostra i numerosi fori che disegnano la sagoma di un grande pannello rettangolare, dove venivano affissi i vari documenti pubblici, ampiamente citato dalle fonti. A est del Tempio si concludeva la via Sacra, incrociandosi col vicus Iugarius e proseguendo, attorno alla facciata, come clivo capitolino.
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