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Di origine paleocristiana, la Chiesa di Santa Susanna si trova appena fuori dal perimetro delle Terme di Diocleziano mentre l’attuale forma deriva dall’epoca della Controriforma con interni ricchi di dipinti inestimabili
La Chiesa di Santa Susanna è tra le più antiche di Roma. Di origine paleocristiana, è stata costruita sui resti di tre ville romane sovrapposte e situata al di fuori del perimetro delle Terme di Diocleziano, a ridosso delle mura serviane, le prime costruite per difendere l’Urbe. Poi, sotto il pontificato di Sisto IV, nel pieno Rinascimento, la Chiesa è stata sottoposta a un rifacimento prima dell’ultima trasformazione avvenuta per mezzo del Cardinale Rusticucci alla fine del ‘500. Tale figura, in qualità di vicario del Vaticano, ha avuto il compito di rinnovare la vita degli ordini religiosi e per farlo attinge alle arti figurative cercando di trasmettere al volgo tramite le immagini messaggi come la difesa della castità contro la corruzione dei costumi e la vittoria della vera fede su ogni altra possibile variante.
Il Cardinale insiste anche sull’esaltazione della castità della santa a cui è dedicata la Chiesa, unendo a questo il legame che il plesso aveva con le monache dell’Ordine Cistercense. Gli interventi architettonici sono stati affidati a Carlo Maderno, a lui si deve la facciata in travertino mentre gli affreschi dell’aula centrale sono opera di Baldassarre Croce e quelli della calotta absidale di Cesare Nebbia, entrambi dedicati a scene di vita della santa. Quest’ultimo è autore anche della tela dell’altare con il martirio mentre la pala dell’altare maggiore, raffigurante la decapitazione, è di Tommaso Laureti.
Nella sacrestia si può ammirare parte della chiesa paleocristiana e resti della casa romana sotto il pavimento in vetri. Qua è stato rinvenuto un sarcofago romano con all’interno frammenti di intonaco dipinto. Alla luce è emerso anche un timpano con la raffigurazione dell’Agnello di Dio su un fondo azzurro e con ai lati Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Dietro il presbiterio si trova, invece, il coro monastico, sempre opera di Rustinucci, come testimonia lo stemma posto al centro del soffitto in legno, intagliato a cassettoni.
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