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Dopo decenni alcune delle aule delle Terme di Diocleziano riaprono al pubblico per la mostra L’istante e l’eternità: Tra noi e gli antichi, con oltre 300 opere esposte, alcune visibili per la prima volta
Dopo decenni riaprono al pubblico alcune delle grandi aule delle Terme di Diocleziano, che ospitarono nel 1911 la Mostra Archeologica nell’ambito delle celebrazioni per il primo cinquantenario dell’Unità d’Italia e che conservano parte dell’allestimento storico degli anni Cinquanta. L’occasione è quella della mostra L’istante e l’eternità: tra noi e gli antichi, visitabile fino al 30 luglio, organizzata dal Museo Nazionale Romano, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.
Un percorso espositivo che consente di ammirare 300 pezzi eccezionali, che vanno dall’Antica Grecia fino all’età moderna, che vanno a esplorare il rapporto variegato che intratteniamo con gli antichi, costruito attraverso un lungo e discontinuo processo storico di trasmissione intellettuale e artistica che ha plasmato la nostra cultura classica fra continuità, fratture e manipolazioni ma anche con un tentativo di immedesimazione. Per questo gli antichi ci sembrano allo stesso tempo lontani e vicini. Opere che provengono non solo dai principali musei italiani ma anche da istituti greci.
Molte delle opere in mostra sono presentate al pubblico per la prima volta: nuove scoperte, come il carro da parata di Civita Giuliana e la statua di Ercole del Parco Archeologico dell’Appia Antica; nuove acquisizioni, come la Tabula Chigi del Museo Nazionale Romano, e soprattutto numerosi capolavori solitamente conservati nei depositi dei musei dell’Italia e della Grecia, come la statua di Santorini. Intorno a queste figure umane divinizzate, si segue il lungo percorso che porta il defunto nell’aldilà, sia attraverso le diverse raffigurazioni del rituale funerario, sia tramite le varie credenze nell’oltretomba che l’antichità ci ha tramandato.
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