Febbre da cavallo, il film cult, simbolo di una generazione, che fu un flop | Roma.Com

Febbre da cavallo, il film cult, simbolo di una generazione, che fu un flop

Roma è la vera città del cinema, tanti i film girati nella capitale, tra cui anche il cult della commedia italiana Febbre da Cavallo, con i mitici Gigi Proietti, Enrico Montesano, Catherine Spaak, Francesco de Rosa e molti altri. Pochi però sanno che all’uscita del film nelle sale, la pellicola non ebbe molto successo, che invece acquisì negli anni successivi, scopriamone la storia.

Febbre da Cavallo la nascita del film e il grande cast

Prendete Gigi Proietti e Enrico Montesano e metteteli insieme a recitare in un film comico, secondo voi cosa può nascere se non un capolavoro? E infatti è quello che successe nel 1976, anno di uscita di Febbre da Cavallo. La storia del film è molto travagliata, fin dalla usa gestazione, che risale al 1971. Dopo qualche anno però, quello che doveva essere un film di denuncia si trasformò in un film comico, diretto dal mitico regista italiano Steno. A partecipare alla sceneggiatura di questo film fu anche il figlio, diventato poi uno dei massimi produttori cinematografici italiani, Enrico Vanzina, assoldato dal padre, perché conoscitore dell’ambiente degli ippodromi. Il film dunque, che racconta le imprese degli accaniti scommettitori di cavalli Mandrake (Gigi Proietti), Er Pomata (Enrico Montesano) e Felice Roversi (Francesco De Rosa), venne girato a Roma nel giro di due mesi nell’estate del ’75 e narra di come questi tre amici, accaniti scommettitori e conoscenti dell’ippica, cerca di sbarcare il lunario attraverso le scommesse, non riuscendoci mai.

Il mancato successo della pellicola

Nonostante i grandi artisti presenti all’interno della pellicola, il film uscito nelle sale nel maggio del 1976, non raccolse un grande successo di pubblico, passando pressoché inosservato. Anche la critica cinematografica non ci andò leggera, considerandolo “un filmetto”, “una commedia sbrigativa”. A dire il vero anche gli attori e il regista che girarono il film non credevano di aver dato vita a una pellicola che nel corso degli anni invece sarebbe diventato un vero e proprio cult non sorprendendosi di raccogliere poco successo.

L’esplosione della “febbre” da Febbre da cavallo

Ma si sa, le cose belle rimangono e prima o poi si fanno apprezzare, così negli anni ’90 il film cominciò ad essere venduto alle televisioni private, soprattutto romane, come T9 o Gold TV e lì iniziò il vero grande successo della pellicola. Poco a poco i “febbristi”, così cominciarono a farsi chiamare i fan del film, crebbero sempre di più, contagiando con la loro “febbre” sempre più spettatori e facendo aumentare ogni volta il numero di persone davanti agli schermi della tv. La parabola di questa storia è ben presente agli attori del cast originale, tra cui Proietti che racconta in un’intervista:

«Nel 1976 […] Febbre da cavallo […] non andò al di là di un discreto consenso di pubblico. Poi, fu venduto a centinaia di televisioni private che cominciarono a trasmetterlo a raffica e così, senza che ce ne accorgessimo, diventò una specie di icona.»

Da qui il film cominciò a circolare anche nel circuito delle televisioni nazionali essendo rivalutato anche dalla critica cinematografica. Il segreto? Lo rivelerà sempre lo stesso Proietti in un’altra intervista, Febbre da Cavallo faceva semplicemente ridere! A distanza di quindici anni dunque il film cominciò ad avere un grande successo, quello che probabilmente aveva mancato anni prima, tanto da essere ripresentato a Venezia durante la 67ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica.

Il sequel, La Mandrakata

Il successo accumulato negli anni ’90 portò nel 2002 a girare il prosieguo del film Febbre da Cavallo, intitolato La Mandrakata. Eccetto Gigi Proietti ed Enrico Montesano gli altri attori del cast cambiarono tutti e vennero sostituiti da artisti altrettanto bravi come Rodolfo Laganà (Er Micione), Carlo Buccirosso (Antonio Faiella), Andrea Ascolese (l’ingegnere) e Nancy Brilli nei panni di Aurelia vecchia fiamma di Mandrake. Il sequel è stato diretto dal figlio di Steno, il romano Carlo Vanzina, e riscosse, al contrario del primo, subito un grande successo.
Una storia molto particolare dunque quella del film Febbre da Cavallo che nessuno immaginava potesse riscuotere un così grande successo dopo tanti anni e che invece oggi è nell’olimpo dei film della comicità italiana!

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