“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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La comicità nell’animo dei romani si sa, è dote naturale, spiccata, quasi involontaria; nonostante il carattere “fumino”, quindi facile all’incazzatura dei romani, dall’altro lato della medaglia si ritrovano ad essere veramente dei comici nati, subito con la risposta giusta e sempre pronti a sdrammatizzare le situazioni più dure, riscopriamoli insieme.
Partendo dal cinema del dopoguerra, sicuramente il personaggio e attore comico più iconico di tutta la romanità è Aldo Fabrizi. La classica figura che si potrebbe definire il gigante buono, la sua prestanza fisica infatti è diventata nel tempo un tratto della sua comicità, così come la sua mimica facciale e il suo ostentato dialetto romanesco. La sua grande passione era la cucina, tanto da dedicare ad alcune ricette delle vere e proprie poesie.
TAJOLINI A LA GIUDIA
Un po’ de pasta all’ovo, quella secca,
du’ cucchiarate d’ojo raffinato,
un po’ de pepe appena macinato
e ‘sta ricetta qui nun fà ‘na pecca.
Ce vò più tempo a coce ‘na bistecca,
che a preparà ‘sto piatto delicato
perciò, si mezzogiorno è già sonato,
niente paura, un attimo e s’azzecca.
Fateve ‘sto piattino e quann’è ar dunque
ve sentirete tanta umanità da esse riguardoso co’ chiunque.
Ah…staccate er telefono, che scoccia regolarmente all’ora de magnà, così chi chiama se la pia in saccoccia.
Più giovane del maestro Fabrizi è Alberto Sordi, che se ancora in vita quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. Completamente differente da Aldo Fabrizi, il mitico Albertone rappresenta lo spirito spaccone romanesco e dell’uomo italiano del boom economico, che cerca di adattarsi ai tempi che cambiano e di modernizzarsi; sotto sotto però la romanità c’è sempre e quanno è troppo è troppo, torna in superficie per dire tutta la sua verità!
La generazione successiva a questi due mostri sacri ha prodotto tra gli altri tre maschere che tra teatro, tv e cinema hanno dominato dagli anni ‘70 fino ancora ad oggi, diventando anche loro dei personaggi cult. Il primo, Carlo Verdone, è un regista più impegnato nel cinema e ha rappresentato a pieno la gioventù romana degli anni ’80; il secondo Enrico Montesano, impegnato tra teatro, cinema e tv dava vita a personaggi storici come Torquato er Pensionato.
Gigi Proietti infine, con il suo impegno prevalentemente nel teatro, ha portato la romanità sul palcoscenico in tutte le sue forme, vestito da antico romano o lavorando sul dialetto, dando vita a cortocircuiti linguistici indimenticabili.
L’ultima generazione di attori comici romani è altrettanto fenomenale di quelle precedenti a cominciare da un grande figlio d’arte, Christian De Sica. Ha iniziato la sua esperienza all’estero, ma poi seguendo la strada d’attore del padre si è imposto con quelli che poi hanno preso il nome di cinepanettoni insieme a Massimo Boldi. Non solo attore, ma anche cantante e mattatore generale Christian De Sica è stato un altro ambasciatore della romanità, duettando anche in uno dei suoi ultimi film con un altro attore romano molto famoso, Enrico Brignano. Quest’ultimo è cresciuto artisticamente all’accademia teatrale fondata e condotta da Gigi Proietti e ha preso molto dal suo maestro, soprattutto l’approfondimento sul dialetto romano. Infine anche un nota rosa, perché parlando di comicità romana non si può non citare Paola Cortellesi, la talentuosissima attrice che si divide tra cinema e tv, è famosa per le sue imitazioni e anche lei per il suo spirito schietto, tipicamente romano.
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