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Era l’appuntamento fisso della domenica per ogni bambino, al papà il giornale e al piccino il Corrierino, come veniva chiamato da tutti; fumetti, disegni e non solo, articoli di attualità e scienza, ma sapete di chi è stata l’idea?
Era l’inizio del ‘900, quando una donna s’incuriosì al grande mercato che i comics, come venivano chiamati Oltreoceano, che in America spopolavano su qualsiasi quotidiano nazionale. Gli editori si facevano propriamente guerra per potersi accaparrare il miglior vignettista e miglior disegnatore e ripercorrendo la vita di Walt Disney, sappiamo che anche lui per un po’ di tempo è stato all’interno di questo mondo, anzi venne addirittura rifiutato da un giornale! È così che a Paola Marzola Lombroso, venne l’idea di fare un giornalino per i bambini per cominciare a diffondere la vera e propria arte del fumetto anche in Italia. Inizialmente fu proposto al giornale più diffuso nel Belpaese, Il Secolo, che non comprendendo il potenziale dell’iniziativa declinò l’offerta della Lombroso. La studiosa però non si perse d’animo e girò la proposta al secondo giornale più famoso d’Italia, il Corriere della Sera. Il suo direttore Luigi Albertini accettò subito l’offerta, ma allo stesso tempo si rese protagonista anche di uno sgarbo professionale.
Alla testa del Corrierino infatti non mise Lombroso, che nel frattempo aveva elaborato tutto il progetto editoriale trovando anche i collaboratori, ma Silvio Spaventa Filippi. La motivazione di questa scelta era che Albertini non era convinto di mettere a capo di questo progetto una donna, nonostante avesse dimostrato di elaborare il progetto editoriale e di aver trovato in poco tempo i collaboratori giusti. Lombroso però non abbandonò subito la nave e all’interno della redazione si inventò il ruolo di Zia Mariù, che intratteneva l’importante e celebre servizio di corrispondenza del Corriere dei Piccoli. Arrivata però alla fine del 1911, Lombroso si dimise, per divergenze all’interno della redazione, lasciando così per sempre la sua creatura.
Il corriere dei piccoli ebbe subito grande successo, con i suoi personaggi che spopolavano tra i bambini e che entravano a far parte anche della vita di tutti i giorni. Come raccontava anche il grande regista Federico Fellini:
«…i personaggi […] non avevano niente a che fare con il mondo che ci circondava. Però erano altrettanto veri del bidello e dell’arciprete. Tanto che alle persone reali affibbiavamo proprio i soprannomi di quei personaggi. Così l’arciprete diventava Padron Cicciò, quello che aveva una mula cattivissima, la Checca che stampava i ferri di cavallo sul sedere… Oppure il vicino di casa che mia mamma, sapendolo un po’ scapestrato, tiratardi e qualche volta un po’ alticcio, aveva chiamato Arcibaldo come il personaggio creato da Geo McManus».
Questi alcuni dei personaggi famosi pubblicati sul Corriere, ma insieme a loro fecero la loro comparsa sul settimanale anche la Pimpa, Marmittone, Topo Gigio, Lupo Alberto e così via. Come dimenticare la sua prima pagina a colori, con le tavole rigorosamente senza la nuvoletta che da sempre ha caratterizzato il disegno a fumetti, ma con l’ottonario in rima in didascalia che spiegava la scena! Il Corriere dei Piccoli ha tenuto compagnia ai bambini sempre, nell’arco di un secolo, dal 1908 al 1996, fermandosi solamente pochissimo tempo sul finire della seconda guerra mondiale. Ha sempre resistito alle ingiurie del tempo, cambiando veste grafica, aggiornando i suoi disegnatori e la sua redazione. Il 1995 però è stato l’ultimo anno completo di questo pilastro della lettura domenicale, nato per i bambini, ma che alla fine veniva letto da tutti, grandi e piccini. Così per 88 anni il Corrierino ha fatto compagnia a tante generazioni di bambini, che grazie a lui hanno conosciuto il fumetto e scoperto l’amore per la lettura.
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