La Basilica dei Santi Nereo e Achilleo a due passi dalle Terme di Caracalla
31 Luglio 2022
A due passi dalle Terme di Caracalla si trova La Basilica dei Santi Nereo e Achilleo dedicata ai due santi martiri romani, ecco le caratteristiche dell’edificio, dalla facciata esterna all’interno riccamente affrescato
Le caratteristiche generali della chiesa
La Basilica dei Santi Nereo e Achilleo si trova a Roma nel rione Celio a pochi passi dalle Terme di Caracalla. Costruita nel IV secolo e dedicata ai santi martiri romani Nereo e Achilleo, è attualmente una rettoria appartenente alla parrocchia di Santa Maria in Vallicella, affidata alla Confederazione dell’oratorio di San Filippo Neri, e su di essa insiste l’omonimo titolo cardinalizio, anticamente chiamato titulus Fasciolae.
Un’iscrizione del 377 presente in San Paolo fuori le mura celebra un certo Cinammio, lector del titulus Fasciolae, il quale era costruito nel punto in cui, secondo la tradizione, San Pietro aveva perso un bendaggio al piede (fasciola) durante la fuga da Roma per evitare il martirio. Negli atti del sinodo convocato da papa Simmaco nel 499, viene registrato il titulus Fasciolae, servito da cinque presbiteri. Nel 595, invece, viene ricordato il titulus Sanctorum Nerei et Achillei al posto del Fasciolae: la dedica ai due santi deve essere quindi avvenuta nel corso del VI secolo.
La facciata esterna
La facciata della chiesa, che dà con un piccolo sagrato su viale delle Terme di Caracalla, possiede ancora l’aspetto conferitole dai restauri di papa Sisto IV. Essa è a salienti ed è decorata dagli affreschi geometrici di Girolamo Massei, ormai sbiaditi, commissionati dal cardinal Baronio. In essa si aprivano tre finestre ogivali; ora rimane aperta soltanto la centrale, anche se rifatta in stile barocco. Coevo agli affreschi è il semplice protiro marmoreo, sorretto da due colonne corinzie e costituito da un timpano triangolare, anch’esso in marmo.
L’interno dell’edificio
La chiesa ha una struttura a tre navate divise da pilastri ottagonali, che sostituirono nel XV secolo le colonne originali. La navata è decorata da affreschi commissionati dal cardinale Baronio. L’interno è riccamente affrescato. La navata centrale è dedicata alla vita e al martirio dei santi titolari e di santa Domitilla. Le navate laterali contengono un ampio ciclo raffigurante, con vivida enfasi, scene di martirio tratte dal Martirologio Romano. Si tratta di un esempio assai eloquente dello spirito (e della funzione) controriformista che caratterizza la pittura romana della seconda metà del Cinquecento. Questi affreschi sono tradizionalmente attribuiti a Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Di Cristoforo Roncalli, detto anch’egli il Pomarancio (come il Circignani ebbe infatti natali a Pomarance), è il dipinto su tela con Santa Domitilla tra san Nereo e sant’Achilleo
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