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Belmonte in Sabina è un piccolo borgo e comune in provincia di Rieti dalla storia molto antica e dal passato importante in epoca medievale: ecco la sua storia e cosa si può visitare
A Belmonte in Sabina sorgeva Palatium, antica città degli Aborigeni, riportata da Dionigi di Alicarnasso appena 4,5 km a sud di Rieti, lungo la Via Quinzia. In località Grotte Zoccani, presso la frazione di Seconde Ville, è venuto alla luce un insediamento in grotta di epoca pre-protostorica, con reperti pertinenti ad una lunga frequentazione del sito tra l’Eneolitico e l’età del Bronzo mentre In località Guardiola, presso la Valle del Turano, era presente un antico luogo di culto, con tanto di menhir oggi rotolato a valle. La località continuò ad essere frequentata anche in epoca romana.
Gli sviluppi del borgo sono medievali, anche se i documenti disponibili non consentono di fissarne la data certa. I primi che citano un castrum Belmontis risalgono agli inizi del XIV secolo, quando un centro fortificato era già sicuramente costituito. Si trattava comunque di una piccola comunità che, sulla scorta del consumo del sale, si stima di sole 250 anime. Nato come rocca di difesa, Belmonte appartenne alla Chiesa e divenne feudo di varie famiglie. Dai feudatari iniziali, i Brancaleoni, passò ai Cesarini. Di questa casata fu Gabriele a governare nei momenti più critici: fu lui a ricostruire un feudo unitario, se così può dirsi, con l’acquisto di varie porzioni alienate ad altre famiglie.
Nel 1681 Belmonte fu eletto a marchesato da papa Innocenzo XI e infine venne acquistato e infeudato con chirografo di papa Pio VI del 1781 al Marchese Amanzio Lepri insieme al feudo di Rocca Sinibalda. Un periodo di grande crescita il paese lo registrò tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, quando raggiunse il massimo storico della sua popolazione, con 1250 abitanti circa. Una crescita che presto fu compensata dall’emigrazione, che ebbe il suo punto più alto nel periodo 1951-81, quando la popolazione si dimezzò.
Da un punto di vista artistico, nel paese è interessante la Parrocchiale di San Salvatore, che custodisce nell’abside un affresco raffigurante San Giovanni Battista, ascrivibile al primo Cinquecento, ed una copia di ottima qualità del San Michele Arcangelo di Guido Reni. Apparteneva alla parrocchiale anche una bellissima croce astile creata da un orafo abruzzese del Cinquecento che ora, però, si trova a Rieti.
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