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A Roma si trova quella che fu la chiesa nazionale del Regno delle Due Sicilie, denominata dello Spirito Santo dei Napoletani a causa della Confraternita che la costruì durante il Rinascimento, ecco la sua storia
La Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani si trova in Via Giulia nel rione Regola. È stata la chiesa nazionale del Regno delle Due Sicilie. Nel catalogo delle chiese di Pio V questa chiesa è chiamata S. Aura in strada Iulia, e vi era annesso un monastero di monache. Era dedicata a sant’Aurea, martire d’Ostia. Nel 1572, ridotta in cattivo stato, la chiesa fu affidata alla Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani che la spianarono e vi fecero costruire la nuova chiesa due anni dopo. Il disegno architettonico fu di Domenico Fontana ma all’inizio del Settecento subì una profonda trasformazione ad opera di Carlo Fontana.
Altri radicali restauri furono effettuati intorno alla metà dell’Ottocento da Antonio Cipolla che ricostruì la facciata, con portale e rosone scolpiti mentre all’interno la cantoria e l’abside. Dal 1934 al 1984, anno in cui, con una solenne cerimonia, furono traslate in Santa Chiara a Napoli, ospitò le salme di re Francesco II delle Due Sicilie, della regina Maria Sofia e della loro unica figlia, la principessa Maria Cristina Pia. Per trent’anni la chiesa è stata chiusa a causa di gravi infiltrazioni d’acqua. Il degrado si impadronì del luogo di culto ma nel 1980 fu nominato rettore Natalino Zagotto che diede inizio al difficile compito di restauro dell’edificio. Il radicale intervento di consolidamento strutturale ha riportato la chiesa all’antico splendore. Nel Natale del 1986 la chiesa fu riaperta al culto per rinascere a nuova vita.
L’interno è a navata unica con cappelle laterali. Tra le opere che ospita al suo interno troviamo nelle cappelle di sinistra il Martirio di San Gennaro di Luca Giordano, ultima opera del pittore partenopeo mentre in quella di destra il Monumento funebre del Cardinale De Luca di Domenico Guidi, scultore della cerchia del Bernini. La chiesa dal 2005 ospita il Christus Patiens, un grande crocifisso, opera dell’artista contemporaneo Antonio Nocera. Si possono inoltre ammirare le nuove vetrate dell’abside e del rosone sulla facciata, dono di benefattori, realizzate dal maestro Oscar Guarnieri.
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